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Mattarella: "Libertà di stampa fondamentale, assunzione di responsabilità dai giornalisti"

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Nei giorni caldissimi delle polemiche sull'inchiesta di Perugia e il dossieraggio su personaggi politici di primo livello, con alcuni giornalisti del Domani nel mirino, è significativo il nuovo intervento di Sergio Mattarella.che arriva quasi in contemporanea con l'affondo della premier Giorgia Meloni, che ha definito la vicenda "gravissima", sottolineando come l'inchiesta "non c'entra nulla con la libertà di stampa".

"La libertà di stampa è fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia. Che vede nella nostra Costituzione una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l'indipendenza dell'informazione, la libertà di critica, nel rispetto della personalità altrui, il rispetto dei fatti", sottolinea il presidente della Repubblica durante l'incontro con il presidente di Casagit, Gianfranco Giuliani, e una delegazione.

 

 

 

 

La libertà di stampa, prosegue il Capo dello Stato, "è un elemento indispensabile della nostra democrazia, e questo carattere di indispensabilità, io ho cercato tante volte di richiamarlo e sottolinearlo. Ed è in realtà un ruolo indispensabile che sta a cuore alle istituzioni, chiamate a tutelarla ciascuno nelle proprie competenze e nei propri ambiti e, naturalmente, nelle proprie responsabilità". 

"Questo esercizio di libertà costruttiva, positiva, in cui la democrazia si esprime, quello che fa Casagit è un messaggio, un contributo significativo, perché è quello di garantire la tranquillità, la serenità dei giornalisti, sotto diversi profili: della sanità, della salute, del sociale che, complessivamente, è un compito indispensabile per la nostra democrazia".

La riflessione di Mattarella è a 360 gradi: "Qualche volta ho come l'impressione che qualcuno pensi ancora allo Statuto Albertino in cui, come è noto, veniva affidata la funzione legislativa congiuntamente alle due Camere e al re. Quando le Camere approvavano la legge, il re prima di promulgarle doveva apporre la sua sanzione, cioè la sua condivisione nel merito, perché aveva anche attribuito il potere legislativo. Fortunatamente non è più così. Il Presidente della Repubblica non è un sovrano, fortunatamente, e quindi non ha questo potere".

 

 

 

Il presidente, prosegue il capo del Quirinale, "ha soltanto quello che ho descritto. Anzi nei suoi compiti c'è, tra quelli fondamentali, quello di fare in modo che ciascuno rispetti la Costituzione. A partire da sé stesso, naturalmente, e che ciascuno la rispetti nel colloquio e nel confronto tra gli organi costituzionali". "Sarebbe grave se uno di questi, e tra questi anche Presidente della Repubblica, pretendesse di attribuirsi compiti che la Costituzione assegna ad altri poteri dello Stato. E questo è una indicazione di democrazia che si inserisce in quell'armonico disegno che la nostra Costituzione indica e presenta in maniera sinceramente ammirevole per coloro che la scrissero, che ebbero la forza - in condizioni difficili e anche dialetticamente molto accese - di definirla e approvarla. Anche questo rientra nella libertà, nel rispetto della libertà di tutti coloro a cui la Costituzione assegna un compito, che nessun altro può sottrarre per farlo proprio". 

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