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Abruzzo, Marsilio esplode di gioia: "E ora possiamo andare a ballare"

 Marco Marsilio

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Marco Marsilio, candidato del centrodestra alle elezioni regionali in Abruzzo, è stato ri-eletto presidente con il 53,50% delle preferenze. Una vittoria schiacciante, nettissima. "Il popolo abruzzese ha scelto di conferirmi l’onore di guidare la Regione per altri 5 anni. Mai nei 30 anni precedenti una amministrazione uscente era stata riconfermata per un secondo mandato: è stata scritta una pagina di storia e abbattuto un altro muro".

Quando lo scrutinio ufficiale è ancora fermo al 10% delle sezioni, ma la forbice è già ampia, il governatore arriva a Pescara al suo comitato elettorale accolto da applausi e cori da stadio. Rivendica la vittoria e il primato "storico". "Avevo chiuso il comizio di venerdì promettendo due cose, che l’unica sarda che avrebbe festeggiato questa sera sarebbe stata mia moglie e che massimo alle due di notte li avremmo mandati a dormire con 10 punti di vantaggio. Qualcuno - arringa Marsilio - ci ha sottovalutato e a mezzanotte ancora raccontava di un testa a testa che non è mai esistito, se non nei sogni di ha provato a raccontare un altro Abruzzo, non quello che hanno scelto gli elettori".

 

 

Poi il ragionamento del governatore di Fratelli d’Italia, front runner della premier Giorgia Meloni, cui è legato da amicizia e anni di militanza comune, travalica i confini regionali e sposta il risultato sul piano nazionale: "Il campo largo non è il futuro dell’Abruzzo, perché era il suo triste passato. Il campo largo non sarà il futuro dell’Italia".

Sono le due del mattino, lo spoglio è ancora all’inizio, ma la festa può partire. "Un presidente, c’è solo un presidente", scandiscono i supporter. Calca di telecamere, qualche momento di tensione. Spumante e bolle di sapone (metafora maliziosa del campo largo che si dissolve). "Buona notte a tutti, ora possiamo andare a ballare".  

 

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