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Abruzzo, l'ultima gufata "fatale" di Piero Fassino: "Siamo sul filo di lana"

Andrea Muzzolon
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"Siamo sul filo di lana". Piero Fassino colpisce ancora. L'ex sindaco di Torino, massimo esperto di gufate nel campo del centrosinistra, a poche ore dalla chiusura dei seggi in Abruzzo ha deciso di tagliare le gambe al candidato del campo largo Luciano D'Amico. Nel pomeriggio di domenica ha iniziato a girare sui social un video di Fassino che commenta la situazione nella regione al voto.

"Vedremo lunedì come sarà andata, quando conosceremo lo spoglio. Il voto sardo ha dimostrato che la destra non è imbattibile. In Abruzzo la competizione è del tutto aperta; un anno fa si dava per scontato che la destra avrebbe vinto, invece oggi siamo sul filo di lana" ha detto l'ex sindaco. Poi è arrivata la pietra tombale sul successo dell'alleanza Pd-M5S: "Naturalmente io mi auguro che questo filo di lana lo possa tagliare per primo il centrosinistra". Inutile ricordare come sia finita. Questo filo di lana non c'è mai stato, al massimo un lungo nastro di velluto ad attendere il governatore del centrodestra Marco Marsilio al traguardo.

Questa è solo l'ultima gufata in ordine di tempo per Fassino. L'ex primo cittadino di Torino ha infatti abituato a grandi perle nel tempo. In origine fu la sfida a Beppe Grillo: "Se Grillo vuol fare politica, fondi un partito, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende". Dopo poco il fondatore dei 5 Stelle creò ufficialmente il MoVimento e, nel 2013, conquistò oltre il 20% dei voti impedendo la vittoria di Bersani. Se oggi esiste il campo largo come lo conosciamo, possiamo dire che il merito è anche di Piero Fassino che battezzò la nascita del M5S.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Ma la compilation di citazioni leggendarie non finisce qui. Come dimenticare la gufata prima delle comunali del 2016: "Chissà se un giorno lei si seiderà su questa sedia e poi vedremo se poi sarà capace di fare tutto quello che oggi ha auspicato di poter fare". Il riferimento era a Chiara Appendino, colei che lo avrebbe sconfitto al ballottaggio dell'anno seguente.

 

Anche nel centrodestra qualcuno ha potuto beneficiare delle sue profezie. Il boom della Lega alle europee del 2019 ha un nome e un cognome: Matteo Salvini? No, Piero Fassino. Dopo pochi mesi di governo gialloverde, ecco la frase che svelò con mesi di anticipo il risultato delle future consultazioni: "Trent’anni di Salvini? Nulla impedisce di sperare, però bisogna vedere se gli elettori gli daranno i voti". Risultato: 34% alle elezioni per il Parlamento Europeo.

 

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