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Pd indignato: "La destra sta uccidendo Rai 3". Fratelli d'Italia: "Che faccia tosta"

Brunella Bolloli
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Oddio la destra sta occupando la Rai e anche il Pd non si sente molto bene. L’ultima richiesta di Maalox per i compagnucci arriva a seguito delle novità che riguardano Rai3, considerato il feudo rosso della tv di Stato, il canale dei telespettatori impegnati e dei conduttori più colti e preparati.

Pensare che adesso il pubblico elevato di quella rete dovrà abbassarsi a seguire le puntate di Inimitabili, il programma di Edoardo Sylos Labini in onda da domenica 24 marzo, o lo speciale I Cento anni di notizie condotto da Incoronata Boccia, è inaudito, roba da far perdere il sonno ai componenti della commissione di Vigilanza che devono appunto vigilare.

 

 

 

Noi scherziamo, ma per il Pd è un affare serio, quasi criminale. Con linguaggio sanguinario, hanno denunciato non solo l’occupazione, ma perfino l’omicidio del terzo canale. «Stanno uccidendo Rai3», è l’accusa mossa dal Nazareno e se i killer, pare di capire, sono il regista direttore di CulturaIdentità Sylos Labini e la vicedirettrice del Tg1 Boccia, i mandanti dell’assassinio sarebbero a Palazzo Chigi dove si arma il fucile per far stramazzare il povero cavallo di viale Mazzini.

 

 



TeleMeloni, dunque. È questo il punto che ai progressisti non va giù, costretti a digerirsi le fughe dei loro beniamini sulle tv private (senza che nessuno li abbia cacciati, ma semplicemente perché pecunia non olet) e qualche sperimentazione poco riuscita, questa sì, proprio sulla rete dell’intellighentia radical chic. Questione di share, come dicono quelli del settore, tanto più che poi gli ascolti vengono fuori: chi funziona va avanti, chi fa flop viene sostituito. È la regola aurea. Per questo, prima di gridare allo scandalo e all’ammazzamento della fu TeleKabul, tocca vedere se “Inimitabili” di Sylos Labini e “I Cento anni di notizie” della Boccia andranno bene oppure no. Magari potrebbero piacere anche a Schlein e soci.

Il primo è un programma che racconta le storie e le vite uniche di Giuseppe Mazzini, Gabriele d’Annunzio, Filippo Tommaso Marinetti e Giovannino Guareschi, «quattro protagonisti della nostra cultura, uomini di rottura e di passione», li definisce lo scrittore e regista, che ha già portato in scena a teatro le imprese di questi illustri «patrioti» e in tv, nell’ambito di Rai Cultura, rilancerà con interviste ad esperti e testimonianze. In seconda serata per quattro puntate.

Oggi alle 16.30, invece, fa il suo esordio su Rai3 Incoronata Boccia. Il suo è un approfondimento a cento anni dalla nascita della radio e a 70 dalla prima trasmissione Rai. Un’analisi delle trasformazioni del linguaggio radiotelevisivo e giornalistico che si apre con il ricordo della strage di via Fani e dal rapimento di Aldo Moro nel giorno dell’anniversario, per allargare lo sguardo all’attacco allo Stato da parte delle organizzazioni terroristiche e della mafia, dalle stragi fino alle catture dei grandi boss. Ospite in studio Paolo Mieli, storico ed ex direttore del Corriere della Sera.

È così che si «uccide Rai3»? O è forse perché i due conduttori in questione non sono stati nominati dal Pd? Per Fratelli d’Italia è facile replicare agli strali della sinistra. «Idem hanno una gran bella faccia tosta nel denunciare una presunta lottizzazione della Rai», è la nota di Augusta Montaruli e Francesco Filini. «Hanno sempre considerato il servizio pubblico nella loro disponibilità». Qualcuno lo chiama «amichettismo». 

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