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Giorgia Meloni ad Agorà: "La Schlein e la lotta nel fango. Mattarella? Deluso chi briga"

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"Per me una vittoria sarebbe confermare i voti che mi hanno portato a Palazzo Chigi un anno e mezzo fa, cosa non facile, non accade spesso che dopo un anno e mezzo un governo possa confermare quel consenso". Il premier Giorgia Meloni, in una intervista ad Agorà su Rai 3, fissa la soglia a proposito delle elezioni europee. Gli ultimi sondaggi danno Fratelli d'Italia a un passo dal 30%, ma il vero obiettivo, spiega la leader, è stare sopra il 26% ottenuto nel 2022.

L'intervista è a tutto campo, a cominciare dal Fisco: "Confermo che le tasse non sono una cosa bellissima. E proprio per questo bisogna utilizzare al meglio i proventi della tassazione". E ancora: "Non accetto, come ho sentito, la leader del Pd dire che la sanità è bellissima che si paga con le tasse, sono d'accordo ma le lezioni anche no perché è stato questo governo a portare il fondo sanitario al suo massimo storico".

Da qui al rapporto con le opposizioni il passo è breve: "Ho la una speranza: ho visto una sinistra che negli anni ha lavorato sulla demonizzazione degli avversari ma il confronto deve essere su una condizione di rispetto reciproco". "Quando affronti la politica come la lotta nel fango ci perdono le istituzioni. Spero che Elly Schlein voglia imprimere un cambiamento su questo".

Quindi i retroscena che registrano la (presunta) tensione tra Palazzo Chigi e il Quirinale. "I miei rapporti con il presidente Mattarella sono ottimi, non fa mai mancare il suo sostegno non al governo ma alla nazione. Il nostro è un rapporto che gestiamo direttamente e personalmente e quelli che brigano per rovinarlo resteranno delusi". 

"La sinistra è allo sbando - prosegue Meloni riguardo alla riforma del premierato - e non sa come dire che non le va bene una riforma che dà il potere ai cittadini, non sanno come spiegare che a loro piace fare i governi nei palazzi. Questa riforma entrerà in vigore nella prossima legislatura, diciamo nel 2028, e sono contenta che la sinistra dia per scontato che ci sarò ancora io, ma ora non possiamo saperlo. E il presidente Mattarella sarà verso la fine del suo mandato. Quindi questa riforma non riguarda il presente ma il futuro". 

Sul caso Dossieraggio il presidente del Consiglio si dice "più che preoccupata molto indignata". "Conosciamo la punta di un iceberg. Su questa storia bisogna andare fino in fondo, penso che ci sono stati gruppi di potere che hanno approfittato per interessi propri, bisogna andare fino in fondo per scoprire i responsabili e i mandanti". 

Quindi la promessa agli italiani: "Rinuncerò alla guida della nazione quando dovessi rendermi conto che non ho più il consenso degli italiani. È una cosa che io sto cercando di fare al meglio ma devi sapere che lo stai facendo per qualcuno, e che qualcuno ci crede con te. E non potrei più farlo se non avessi la libertà di incidere: non sto qua a sopravvivere, devo sapere che sto cambiando qualcosa. E c'è solo una persona al mondo che potrebbe convincermi a lasciare, mia figlia Ginevra, se dovessi rendermi conto che sta pagando un prezzo alto. Ma lei è una bambina intelligente, forte, comprensiva e stiamo facendo del nostro meglio per non perderci in questa tempesta".

 

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