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Lega, Salvini annuncia il congresso in autunno: cosa può cambiare

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Fabio Rubini
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Per raccontare il Consiglio Federale della Lega che si è tenuto ieri sera a Roma, bisogna partire dalla fine. Dopo aver parlato di lavori pubblici e di Europee - argomenti sui quali torneremo a breve -, la portata principale del parlamentino leghista è stata, un po’ a sorpresa, l’indizione del Congresso Federale che «si terrà dopo il voto europeo e comunque entro l’autunno». Prima di esso, e comunque entro l’estate, ci saranno i congressi regionali che ancora mancano all’appello e tra questi il più atteso è senza dubbio quello che si svolgerà in Lombardia, dove il Carroccio è attualmente guidato dal deputato Fabrizio Cecchetti.

La decisione di convocare il Congresso, quasi 11 anni dopo l’ultimo che si tenne il 15 dicembre 2013 al lingotto di Torino e che incoronò Salvini, non è arrivata del tutto a sorpresa. Sono settimane che nel quartier generale di Via Bellerio si ragionava sulla tempistica. Il dubbio era se sarebbe stato meglio farlo prima o dopo il voto per le Europee. La scelta della seconda opzione arriva per due motivi. La prima è che, come ha detto anche ieri sera ai suoi, Salvini «sono convinto che il voto darà risultati positivi». La seconda è che parallelamente all’indizione del congresso, il leader leghista ha chiesto ai suoi compattezza massima verso l’appuntamento dell’8 e 9 giugno, perché «sarà un passaggio fondamentale che deciderà il futuro dei nostri figli».

 

 

Salvini, che alcuni presenti hanno descritto come «tranquillo, riposato e determinato», con questa mossa ha anche tolto l’unico argomento che restava alla frangia più critica nei confronti della sua segreteria. In Autunno, dunque, ci si confronterà sulla linea (sulla quale, come è fisiologico, ci sono diverse sensibilità) e sul futuro del Movimento fondato da Umberto Bossi. E ci si conterà una volta per tutte. Ma, stando così la situazione interna, il risultato finale appare scontato. Con Matteo che resterà alla guida della Lega e che - come confermato dallo stesso Salvini- non traslocherà in un fantomatico nuovo partito. Che infatti non esiste. Digerito il piatto forte, torniamo ai contorni. In apertura di riunione Salvini ha riassunto i punti salienti che poco prima aveva trattato nel corso della conferenza stampa illustrando il nuovo Contratto di Programma 2021-2025 siglato tra Mit e Anas che prevede investimenti per 44 miliardi di euro di cui circa 23 già coperti. Un accordo «frutto di un lungo lavoro» con «sei miliardi in più di finanziamenti rispetto al contratto precedente». 

 

 

Poi si è passati alla programmazione della campagna elettorale in vista del voto europeo. E qui ci sono da raccontare un po’ di novità. La prima è che ci sarà un gruppo di lavoro che si occuperà di scrivere il programma. A coordinarlo sarà Filippo Pozzi, esperto di dinamiche europee e uomo di fiducia del segretario. Pozzi in questi anni a Bruxelles si è occupato molto di politiche agricole. Del gruppo di lavoro faranno parte anche Massimiliano Fedriga, Giancarlo Giorgetti, Armando Siri (che coordina i dipartimenti della Lega), Alberto Bagnai, un sindaco di un capoluogo e Marco Zanni e Marco Campomenosi, europarlamentari uscenti. Poi ci saranno i due capogruppo di Camera e Senato Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo e il presidente della Camera Lorenzo Fontana. Capitolo candidature. L’ufficialità non c’è ancora, ma in Bellerio sono convinti che il generale Roberto Vannacci si candiderà e l’intenzione è quello di metterlo in lista in tutti e cinque i collegi. Per il resto Salvini ha chiesto di avere tutti i nomi dei candidati entro il 28 di marzo, con l’obiettivo di «far scendere in campo i migliori». L’idea, oltre ai parlamentari uscenti, è quella di candidare i campioni di preferenze eletti nel Comuni e nelle Regioni. Infine il segretario della Lega ha ribadito - come già aveva fatto sabato scorso a Milano che a proposito di alleanze europee «non ci sarà spazio alcuno per accordi o voti a favore dei socialisti» e/o «per sostenere una rielezione di Ursula von del Leyen».

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