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Sconto in fattura addio, colpa del Superbonus: ecco cosa cambia dopo il CdM

Giancarlo Giorgetti

Antonio Castro
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Il governo mette un punto definitivo - a difesa della tenuta dei conti pubblici – a tutti gli sconti fiscali in edilizia. Con un decreto approvato ieri sera l’esecutivo ha eliminato «in materia di bonus edilizi ogni tipo di sconto in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano». Ieri, senza alcun annuncio né il consueto passaggio in “preconsiglio” dei ministri (per evitare fughe di notizie e contorno di polemiche), il Cdm ha approvato una serie di «misure tese a chiudere definitivamente l’eccessiva generosità di una misura che ha causato problemi alla finanza pubblica», ha tagliato corto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, illustrando a tarda sera in conferenza stampa le nuove norme sul Superbonus che scompare. Gli effetti, ha precisato l’esponente della Lega, «saranno contabilizzati tra pochi giorni, quando si chiuderà la finestra per caricare le fatture sui lavori eseguiti entro il 31 dicembre 2023», ha scandito il titolare di Via XX Settembre.

C’è sempre l’eredità avvelenata del “110% e fratelli” sotto la pialla del ministero dell’Economia. Una batosta economica che pesa oggi per la bellezza di 111,5 miliardi sui conti pubblici (tenendo conto soltanto degli investimenti ammessi a detrazione secondo il report aggiornato dall’Enea al febbraio 2024).
Ieri a Palazzo Chigi il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si è presentato con l’ennesima stretta. Quella definitiva. La misura non era stata annunciata, e neppure portata all’ordine del giorno, ma è stata presentata in Consiglio “fuori sacco” come si fa (e si è fatto in passato) quando si vogliono evitare intralci, polemiche, fuochi di sbarramento preventivi. Vengono così soppressi non solo gli sconti in fattura ma anche cancellata «la cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano», ha spiegato a chiare lettere il ministro.

 

 

«Abbiamo eliminato la disposizione della remissione in bonis che avrebbe consentito fino al 15 ottobre le correzioni con il pagamento di minime sanzioni di tutte le comunicazioni già intervenute e previsto per tutte le nuove fattispecie una nuova comunicazione preventiva, quando si inizia il lavoro, in modo da avere un monitoraggio del fenomeno e non solo quando le fattura vengono caricate».

Giorgetti, da sempre sulla stessa linea, lo ha ribadito semmai ce ne fosse ancora bisogno. Ricordando che il Superbonus «ha avuto effetti devastanti sulla finanza pubblica. L’ho detto e continuo a sostenerlo: qualcuno sorrideva al mio mal di pancia, confermo che fa malissimo a me e a tutti gli italiani». E non basta: sul debito, «sicuramente attendiamo i dati definitivi, le sorprese purtroppo non sono mancate, sempre in negativo. Già il conto è salatissimo, anche se qualcuno in qualche modo ne è entusiasta; il prezzo per la finanza pubblica, in particolare per l’onere del debito, graverà per diversi anni a venire. L’obiettivo di questo decreto legge», ha concluso, «è mettere un punto finale rispetto all’impatto sul 2023, naturalmente fatto salvo le valutazioni definitive di Eurostat di cui siamo ancora in attesa». Un provvedimento che ha incassato il sostegno del presidente Giorgia Meloni intervenenuta in serata alla trasmissione Fuori dal Coro.

 

 

Inevitabile, con un intervento del genere tirato fuori dal cilindro all’ultimo, che tutti gli altri provvedimenti siano passati in secondo piano. Il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, è fiero di aver incassato il via libera al ddl per introdurre regole più semplici per farmacie e scuole. A dirla tutta la proposta fa parte di un pacchetto di riforme previste dal Pnrr - per rivedere 600 procedure entro il 2026. E le prime 200 devono essere attuate entro quest’anno. Le farmacie, ad esempio, potranno offrire servizi di medicina di prossimità (vaccini a chi abbia più di 12 anni), fino a scegliere il medico di famiglia o il pediatra.

Per la scuola - spiega il ministro Giuseppe Valditara - gli studenti non potranno sostenere esami per più di 2 anni. E diventa un obbligo l’utilizzo di pagelle elettroniche, registro on line e protocollo informatico. Così come verranno dimezzati i tempi per far rivalere il diritto all’eredità (da 10 a 5 anni) in caso di morte presunta per le persone scomparse.

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