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Roma sprofonda, Gualtieri contempla il disastro e dice: "Tutto a posto"

Gianluigi Paragone
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Chiedo scusa a tutti se disturbiamo con una piccola storia di cronaca, nel mentre drammi più grossi si consumano a ogni latitudine del globo. Quindici può stare che qualcuno, chessò, in Valcamonica piuttosto che nell’Altopiano di Asiago o sulla Cisa e molto più giù a scendere fin dove volete voi, possa esclamare: ma che sarà mai...
Il guaio è che ormai il fatto che la Capitale sprofondi nelle voragini sta diventando un dato di fatto, una rassegnata alzata di spalle, come la voce di chi l’altra sera ha ripreso le due macchine inghiottite dal cratere che si era aperto in una zona periferica di Roma, il Quadraro: «A posto... Alè...» si sentiva chiaramente. Come a dire: le abbiamo viste tutte, ci mancava anche questa. Il guaio è che potrebbe non essere l’ultima.

Poche ore dopo che tutti i siti rilanciavano questa autentica prova di degrado urbano mista a sciatteria e l’ignoto cittadino commentava «A posto...», quella Vispa Teresa di Roberto Gualtieri riusciva a mettere assieme la più colossale fregnaccia nel corso di una conferenza stampa dal titolo “I municipi per Roma”: «C’è tantissimo da fare, però si cominciano a vedere i segni di un cambiamento della città. I tanti cantieri ci mostrano come sarà la Roma di domani, quello di piazza Venezia è il più impegnativo ma sarà la stazione metropolitana più bella del mondo, una stazione museo di cui saremo orgogliosi noi, i nostri figli e tutte le generazioni future. E un regalo che facciamo a tutto il mondo». “A posto”, direbbe quello.

 

 

 

Mentre si parla del domani e del Giubileo, oggi Roma è governata da un sindaco che non solo è palesemente incapace ma sta dando l’idea di insolenza, di uno cioè che si vede lontano un chilometro che al Campidoglio non ci voleva finire. E allora è lecito domandarsi: perché ti candidi? Gualtieri è il primo vero disastro per Roma.

La condizione dei servizi che dipendono dall’amministrazione comunale è scadente non per le persone che ci lavorano (che poverine fanno quello che possono per tamponare la situazione) ma per una disorganizzazione che porta la firma degli assessori e dei dirigenti, a livello centrale come di municipi. La condizione delle strade è una offesa generale verso chi vive e qui paga ogni genere di balzello, ma anche verso i turisti che versano una tassa di soggiorno e si meravigliano del caos, inteso non solo come traffico di auto, motorini e quant’altro, ma proprio come confusione e disordine.

 

 

 

Ovviamente in questo marasma totale la gente comune se la prende di volta in volta con il vigile, con il personale dell’Ama (spazzatura) o dell’Atac (trasporti) perché sono loro gli sciagurati frontman del disagio. Onestamente è troppo facile e finanche ingeneroso. Qui la colpa è di chi non ci mette la faccia, di chi sta dietro le scrivanie e se ne strafotte dei problemi di tutti i giorni.

Perdonate il linguaggio ma ho bisogno di sprofondare anch’io nelle voragini lessicali come le macchine che sono state inghiottite in quel cratere, provocando un danno evidente per cittadini, i quali dovranno pagare quanto prima per riavere una macchina che funzioni in attesa del risarcimento. L’elenco di coloro che chiedono risarcimenti per la condizione pietosa delle strade è lungo; per non dire di coloro che si sono ritrovati con gli alberi caduti sulle auto o su parti di abitazione.

 

 

 

Per chiudere. Roma è governata dal centrosinistra da due anni e mezzo (siamo a metà consigliatura); il suo sindaco è Gualtieri, il quale è stato persino ministro dell’Economia e delle Finanze... Ebbene, il test per capire l’affidabilità dell’opposizione è tutto qui, nel come governano la Capitale. Il resto sono le solite chiacchiere sui fascisti che vedono dappertutto. Più di questo non sanno fare. Che pena!

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