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Antonio Scurati, ecco i compagni: in onda il piagnisteo dei sedicenti o-scurati

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Luca Beatrice
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Finalmente il mondo della letteratura italiana ha il suo “We Are The World”, anche se non c’è un Bruce Springsteen che ti fa volare alto la canzone. A conferma che il testo è modesto, monocorde, un volantino politico e niente affatto poetico dove l’autore pesca nel torbido, la tragica storia del ‘900, per evocare i soliti fantasmi fascisti. Certamente un errore non mandare in onda questo breve ma pur sempre pippone concepito dalla fervida mente di Antonio Scurati; il diniego o l’incidente di percorso in Rai è servito da ennesima cassa di risonanza per una classe intellettuale impoverita, scialba e senza idee. 

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