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Piero Fassino, la rivelazione dopo gli interrogatori sul furto in aeroporto

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F. C.
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 Emergono nuovi dettagli sulla storia di Piero Fassino e del profumo che, secondo i responsabili del duty free dell’aeroporto di Fiumicino, l’attuale deputato del Pd ed ex segretario dei Ds avrebbe provato a rubare.

A quanto riferiscono fonti investigative, Fassino non è stato fermato nelle vicinanze delle casse del negozio, ma ad una certa distanza da esse. Circostanza che non collima con la sua versione e, se confermata, complicherebbe la sua posizione, dopo che le immagini delle telecamere di sorveglianza, ad un primo esame, non sono sembrate aderenti alla ricostruzione da lui fornita.


Per fare piena luce sui fatti è previsto che vengano interrogati a breve i dipendenti del duty free, ai quali sarà chiesto, tra le altre cose, se l’esponente politico torinese sia già stato coinvolto in passato in episodi simili. Nelle prossime ore arriverà alla procura di Civitavecchia una prima informativa sul caso da parte degli investigatori della Polaria. Fassino ha già assicurato che non era sua intenzione appropriarsi indebitamente di quella boccetta. «Volevo comprare il profumo per mia moglie», ha raccontato, «ma avendo il trolley in mano e il cellulare nell’altra, non avendo ancora tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse». 

 

 

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