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Zan cerca il derby con il militare: sfregio allo Stato

Fabio Rubini
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La grancassa della sinistra, seppur impegnata nelle celebrazioni del 25 aprile, non ha perso tempo nel montare una polemica anche contro la candidatura del generale Roberto Vannacci con la Lega. A Milano Matteo Salvini aveva appena annunciato la discesa in campo del generale, che il deputato del Pd Alessandro Zan imbracciava la tastiera per attaccare il Carroccio, reo di aver dato notizia in un giorno dove, evidentemente, a parlare possono essere solo gli esponenti di sinistra. 

Scrive su “X” Alessandro Zan: «L’annuncio della candidatura di Vannacci da parte della Lega nel giorno della Festa di Liberazione è un ulteriore schiaffo della destra di governo alla memoria e ai valori antifascisti. Orgoglioso di portare avanti in questa campagna elettorale idee esattamente opposte alle sue». La campagna elettorale di cui parla il deputato del Partito democratico è quella per le Europee. Il paladino del gender (ricorderete il ddl che portava il suo nome e che è stato affossato dall’allora maggioranza di centrosinistra...) infatti correrà nel collegio Nord -Ovest e si prepara a quello che a tutti gli effetti potrebbe essere un derby. Anche perché la visione della società dei due è decisamente antitetica.

Zan, però, non è stato l’unico a sparare contro il generale Vannacci. Per il sempre moderato Angelo Bonelli (Sinistra italiana), «La Lega fa propri i programmi xenofobi contro i gay, contro chi è migrante, contro gli ambientalisti. La Meloni dovrà dirci se condivide la linea xenofoba della Lega e lo slogan di più Italia meno Europa». Il segretario di +Europa Riccardo Magi definisce Vannacci un «militare criprofascista». Anche Davide Faraone, capogruppo alla Camera di Italia Viva sceglie il social di Elon Musk per contestare la scelta: «Ecco come si costruisce una carriera politica. Prima si auto produce un libro pieno di amenità, poi grazie a quelle amenità si diventa un personaggio televisivo. Poi arriva un Salvini qualsiasi, ad offrire un posto da capolista alle prime elezioni previste in calendario».

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