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La sinistra ora utilizza gli estremisti islamici come manganello contro il governo

Pietro Senaldi
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L’Europa vive una strana situazione alla vigilia del voto per il rinnovo del Parlamento di Bruxelles. Nelle università degli Stati Uniti la guerra in Israele ha prodotto un’ondata di proteste dagli accenti antisemiti in favore del popolo palestinese che gli esperti già chiamano Sessantotto islamico. È il secondo tempo dell’isteria del politicamente corretto e della cancel culture, che ha portato alla messa in discussione e alla condanna senza neppure processo dei valori occidentali.

Le avvisaglie di questo fenomeno sono già arrivate anche nel Vecchio Continente, fino in Italia, all’università di Torino, a Pisa, alla Sapienza di Roma. Nel vuoto di valori della sinistra, le frange estreme, dai centri sociali fino ad ambienti vicini al fondamentalismo, stanno facendo dell’islam, delle difficoltà d’integrazione, della crisi medio-orientale, un argomento per attaccare il governo di centrodestra in Italia e le destre in Europa. L’opposizione manca di una visione e di un progetto di Paese e cavalca acriticamente qualsiasi dissenso o disagio per cercare di dare spallate all’esecutivo. Da Putin ad Hamas, tutto fa brodo.

 

 

A farne le spese è anche l’islam non fondamentalista, che se non riesce a distinguersi dall’opposizione rischia divenir strumentalizzato. Alla tre giorni di convention di Fratelli d’Italia, l’imam Yahya Pallavicini ha esortato i fedeli musulmani a non farsi ingannare da politici poco seri che non hanno a cuore il loro credo ma vogliono solo utilizzarli come un manganello politico. Il governo italiano ha un progetto di regolamentazione delle moschee, che attualmente sono fuori controllo: sotto il cartello di associazioni culturali si nascondono centri religiosi che sfuggono a ogni monitoraggio. Sta alle gerarchie islamiche razionalizzare la situazione e diventare un interlocutore affidabile per le istituzioni europee.

Giorgia Meloni ha ottenuto un grande successo politico per l’Italia, garantendosi la partecipazione di Papa Francesco al G7, un evento senza precedenti. L’intervento sarà sull’intelligenza artificiale, argomento molto caro al Pontefice, ma è evidente che il significato simbolico va ben oltre. Il mondo cattolico torna a far politica dallo scranno più alto, dialogando con l’Occidente ai massimi livelli.

 

 

È un segnale che la difesa dei valori tradizionali e dei principi cristiani che il centrodestra italiano ha posto in cima all’agenda della politica europea è apprezzato dal Vaticano. Nella nostra politica c’è chi, con la miope strategia di far danno all’esecutivo, flirta con gli studenti universitari che si fanno strumentalizzare da Hamas e c’è chi, ben saldo a difesa della civiltà occidentale, ospiterà i grandi del mondo e invita il Papa ricevendo un sì come risposta.

Questo per far capire chi difende la democrazia in Europa e chi invece, per spirito di parte e animato da odio ideologico e scarso interesse per le sorti dell’Italia, non perde occasione per dare lezioni di antifascismo ma non è in grado di tenere la barra dritta in politica estera e di rinnovare la propria proposta in Europa. Mentre Ursula von der Leyen, per cercare di farsi confermare alla presidenza dell’Unione, è stata costretta a smantellare pezzo dopo pezzo tutta la narrazione fallimentare della sua datata maggioranza, Elly Schlein sostituisce la squadra di parlamentari del Pd con figurine vip e Verdi e Sinistra Italiana candidano Ilaria Salis e Christian Raimo; la prima è in carcere accusata di gravi reati violenti, il secondo è un professore che si vanta di insegnare ai propri studenti a picchiare persone di estrema destra.

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