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Giuseppe Conte e la "polizia politica": l'ultima folle idea del manettaro grillino

Annarita Digiorgio
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 Dopo la sceneggiata a Bari a ridosso degli arresti dei fedelissimi di Emiliano, ieri Giuseppe Conte è partito da Lecce per la campagna elettorale delle europee. Della corruzione intorno al sistema Emiliano non parla: «Io mi preoccupo che venga creato un nucleo di ispettori: è questa la nostra proposta di legge, un nucleo ispettivo che possa prevenire il malaffare a tutti i livelli». Questa la proposta rivoluzionaria di Conte: una proposta di legge che vari un nucleo di polizia politica dando poteri investigativi a una Regione (e poi sono contro l’autonomia differenziata!).


«Accetteranno di creare un nucleo ispettivo che darà fastidio perché si tratterà di persone che preverranno il malaffare, tutte le forme di infiltrazione e di trasformismo?». Non bastano pm, procure, poliziotti, carabinieri, Forze dell’ordine, magistrati, e tribunali vari, ora Conte vuole gli ispettori politici regionali.
Addirittura da istituire attraverso un’apposita proposta di legge... La Puglia da quando c’è Emiliano fa sultanato, ma ora verrebbe da dire - grazie a Conte potrà fare repubblica indipendente.

 

 


Il leader 5Stelle si è guardato bene dal commentare l’indisponibilità di Emiliano a presentarsi in commissione antimafia prima che venga discussa la mozione di sfiducia presentata dal centrodestra in consiglio regionale. I numeri ballano, e se Emiliano in audizione dovesse dire la verità sulla sua visita a casa della sorella del capoclan Tonino Capriati, e sui messaggi che ha mandato all’assessore Pisicchio avvertendolo dell’indagine a suo carico, i 5Stelle non potrebbero più reggergli la maggioranza insieme ai calendiani. Per cui alla fine Emiliano ha trovato tutti gli impedimenti possibili per rimandare l’antimafia al 10 maggio, secondo le sue esigenze politiche. Che passano dall’allontanamento dell’assessore vendoliana Anna Grazia Maraschio, la quale sfiderà Decaro alle europee nelle liste di Sinistra Italiana. Non a caso Vendola ha accusato Emiliano di averla cacciata come fanno i «padroncini».

 

 

 

Mentre Emiliano, come se non bastasse, si è autonominato anche assessore al welfare e alla sanità, accusando Vendola di averla lasciata un disastro. «Emiliano che si autonomina Assessore alla sanità è un esempio perfetto della sfacciata incoscienza che precede immediatamente la caduta degli imperi e la fine dei regimi» ha commentato Ivan Scalfarotto di Iv. Mentre Decaro di questo, come di tutto ciò che ha travolto l’amministrazione e il centrosinistra pugliese in queste settimane, se ne lava le mani: «Non mi mettete in mezzo tra Vendola ed Emiliano». Nel frattempo il sindaco ha cambiato il presidente di un’altra partecipata, Amgas, che Diego De Marzo ieri ha lasciato, guardacaso, per candidarsi alle amministrative per Vito Leccese. Italia Viva invece in queste ore sta pensando di abbandonare il centrosinistra dopo che il candidato Michele Laforgia, che i renziani appoggiavano in coalizione con 5 Stelle, Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista, ha votato i referendum di Landini contro il jobs act di Renzi.

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