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Premierato, Meloni alla sinistra: "Per me un rischio, ma non indietreggio"

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"Questo è il dibattito che io mi auguro possa accompagnare l'iter di questa riforma che oggi inizia l'esame in Senato": Giorgia Meloni è intervenuta al convegno "La Costituzione di tutti. Dialogo sul premierato" a Montecitorio, evento durante il quale ha risposto anche agli attacchi della sinistra, che giudicano questa riforma come un grave errore. La leader dem Elly Schlein ha addirittura annunciato una manifestazione contro questa proposta di legge il prossimo 2 giugno, giorno della festa della Repubblica.

"Penso che sia un errore approcciare questi temi con una impostazione ideologica, soprattutto legata a interessi contingenti, che è l'orientamento prevalente in questo dibattito - ha sottolineato la presidente del Consiglio nel suo intervento - sarebbe un errore da parte della politica indietreggiare e gettare la spugna di fronte a questo atteggiamento".

Parlando nel dettaglio della riforma, poi, Meloni ha spiegato: "Il primo dei nostri obiettivi è mettere in condizione i cittadini di decidere da chi farsi governare, ponendo fine alla stagione dei ribaltoni e degli inciuci. Nella scorsa legislatura abbiamo avuto 3 governi con due presidenti del Consiglio che non avevano avuto alcuna forma di legittimazione popolare, non si erano neanche presentati alle elezioni - ha detto riferendosi a Giuseppe Conte e Mario Draghi -. Guidavano governi con partiti alternativi tra loro, con programmi non dichiarati in campagna elettorale: tutto costituzionalmente legittimo, ma da qui ad arrivare a che i cittadini non decidono nulla…". 

La premier ha poi ricordato che "la Costituzione nasce per garantire pluralismo e libertà ed è riuscita a incanalare le profonde trasformazioni della società italiana, salvaguardando la democrazia anche in momenti difficili, penso ad esempio alla stagione del terrorismo". Poi la stoccata alle opposizioni: "La Costituzione non è un moloch intangibile: negli oltre 75 anni in cui è stata in vigore non è mai stata pietrificata, è vissuta nell'interpretazione dei vari attori della nostra democrazia. E chi ritiene di essere il depositario della Costituzione ne mette paradossalmente in crisi il principio unificante. La Costituzione va letta e applicata in modo che in essa si riconoscano tutti".

Secondo la Meloni, tra l'altro, questa è una riforma addirittura rischiosa per il suo esecutivo: "Questo è un governo solido e stabile, io non avrei bisogno di fare questa riforma, anzi è un rischio: ma se uno ha l'occasione di fare una riforma da lasciare in futuro, se non la cogliessi non sarei in pace con la mia coscienza".

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