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Eugenia Roccella, il piddino Furfaro: "Solidarietà, ma capire l'inquietudine dei ragazzi"

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Quasi un anno dopo l'increscioso episodio della Sapienza, ecco che la storia si ripete: ancora violenza contro il ministro per la Famiglia, Eugenia Roccella, alla quale è stato impedito di parlare da un gruppo di femministe presenti in sala. Il contesto era quello degli Stati Generali della Natalità, il convegno organizzato all'Auditorium della Conciliazione di Roma. Dopo aver incassato la violenta contestazione, ecco che Roccella ha deciso di lasciare il convegno.

"Uno show ignobile", per Giorgia Meloni. E solidarietà al ministro è arrivata anche da molti altri esponenti politici, compresi quelli di Italia Viva e Azione, insomma anche da esponenti dell'opposizione. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato che "voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione". E il Pd? Ecco, dal Pd qualche timida voce si è levata. Ma attenzione a quello che sostengono i progressisti.

Certo, ci sono esempi nobili. Per esempio Irene Manzi, componente della segreteria nazionale, che dichiara: "Solidarietà alla ministra Roccella a cui è stato impedito di parlare. Per quanto mi riguarda la democrazia si fonda sul dialogo e sul confronto". E ancora, Simona Malpezzi: "Solidarietà alla ministra Roccella, lontanissima da me, ma non è accettabile impedirle di parlare. Le idee che non condividiamo si contestano nel merito, con il confronto. Non puo' passare il messaggio che chi la pensa diversamente non possa parlare. Questo non deve accadere mai". 

Bene, peccato che poi ci siano anche le parole di Marco Furfaro, deputato dem, membro della segreteria e fedelissimo di Elly Schlein, il quale si avventura in pelosissimi e pericolosi distinguo: impedire di parlare, premette, "è sempre sbagliato". E "però noi politici non abbiamo solo il compito di fare la paternale o la morale ai ragazzi e alle ragazze, qua si parla di futuro e di giovani, questi sono ragazzini e ragazzine, minorenni, e dobbiamo anche capirne le inquietudini e questo spetta anche a chi fa il ministro, a chi è un parlamentare. Abbiamo la possibilità di parlare tante volte, di avere anche un potere mediatico, quindi bisogna anche indagare oltre a condannare, dopodiché la libertà di parola ovviamente non va tolta a nessuno", conclude. Insomma, condanna con un "però" che, oggettivamente, non si può ascoltare.

E ancora, Dario Nardella. Il sindaco di Firenze e candidato Pd alle Europee era ospite di David Parenzo a L'aria che tira, il programma in onda il mattino su La7, dove è stato chiamato a commentare quasi in presa diretta i fatti. Ed ecco che Nardella ha sfruttato l'occasione per esprimere una solidarietà tutt'altro che disinteressata, bensì mirata ad attaccare il ministro. "Premesso che le solidarietà non si richiedono ma si danno, quando non mi hanno fatto presentare un libro alla Luiss con Romano Prodi la ministra Roccella mi ha attaccato. Io, invece, dico che le contestazioni che sono legittime devono sempre avvenire nell'ambito del rispetto, quindi facendo parlare gli altri. Quindi uso una misura diversa da quella che Roccella ha usato con me", conclude il piddino.

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