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Toti, il vice Piana: "La sinistra si metta l'animo in pace, finiamo la legislatura"

Pietro Senaldi
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«Mi auguro che Giovanni possa tornare presto al suo posto. Però l’opposizione può mettersi il cuore in pace, noi andiamo avanti così, la giunta non sarà toccata, non faremo innesti, non sarebbe neppure possibile; e siamo in grado di andare avanti fino alla fine della legislatura, tra un anno e mezzo. Siamo allineati con quello che ha detto il sindaco Marco Bucci e con tutti gli altri sindaci: ci sono tante cose da fare e siamo al lavoro».

Le piaceva lavorare con Toti? 
«Molto, umanamente e professionalmente, e colgo l’occasione per ribadire la mia stima e la mia fiducia in lui. Devo dire che la nostra giunta ha portato dei buoni risultati».
Un sacco di turisti... 
«Sedici milioni di presenze l’anno scorso, e distribuite su tutto il territorio: 330mila turisti hanno scelto l’entroterra per le loro vacanze. Non abbiamo trascurato nulla. Ma non siamo solo un luna park: nell’ultimo anno gli occupati in Regione sono cresciuti del 2,7%, più della media italiana (2,1%) e di quella del Nord-Ovest (1,6%), con un calo del 23,3% dei giovani senza lavoro e che non studiano».

 

 

 

Alessandro Piana, leghista di Imperia, 52 anni due giorni fa, «un compleanno trascorso interamente in questa stanza con le maniche rimboccate», ex vicepresidente di Toti e ora al suo posto, uomo di fiducia del viceministro Edoardo Rixi, la figura di spicco del centrodestra ligure, promette ai liguri che «i progetti sul tavolo andranno avanti» e si augura che «non ci sia da parte di qualcuno l’intenzione di bloccare opere che sono un’occasione storica di sviluppo per la regione e per tutta Italia».
Toti ribadisce che non vuole dimettersi: che ne pensa? 
«Ammiro il suo coraggio e la sua lealtà verso i liguri. Dimettersi oggi sarebbe la scelta più semplice per lui, gli consentirebbe di difendersi meglio e forse di tornare prima in libertà; invece lui tiene duro, consentendo a noi di andare avanti con il lavoro».
La sinistra è già in campagna elettorale: sciacallaggio? 
«Un copione già scritto. Ma non li invitiamo a collaborare con noi perché, se lo facessero, aumenterebbero i consensi, visti gli importanti risultati che stiamo raggiungendo, e questo consiglio non glielo voglio dare».
Il viceministro alle Infrastrutture, il suo compagno di partito Edoardo Rixi, ha dichiarato di non essere disponibile a candidarsi governatore: perché? 
«Per capacità, preparazione e conoscenza del territorio, lui sarebbe il profilo migliore. Ma è troppo presto per parlare di elezioni anticipate, non abbiamo ancora tutti gli elementi. Sicuramente Edoardo è una risorsa fondamentale a Roma per la nostra regione».
Teme sviluppi inquietanti?
«Io sodi non aver fatto nulla di male, ma non conosco cosa c’è nelle carte».
E Toti ha fatto qualcosa di male?
«I verdetti non spettano a me e fino al terzo grado di giudizio è innocente. Certo sulla concessione del terminal portuale ad Aldo Spinelli non c'è la firma della Regione, come sulla diga foranea. Le competenze sono dell’autorità portuale e del governo. Noi non decidiamo nulla. Il presidente dell’Autorità Portuale, Paolo Emilio Signorini, oggi in carcere, l’ha nominato Graziano Delrio e l’ha confermato Paola De Micheli, entrambi esponenti del Pd, per essere chiari».

 

 

 


È vero che la Regione ha avvantaggiato Spinelli rispetto ai suoi concorrenti nel porto?
«No, noi riceviamo e parliamo con tutti e non cerchiamo nessuno».
Per il futuro nel porto pari diritti per tutti?
«Non sono decisioni della Regione. Il commissario straordinario all’opera è il sindaco Bucci. Visti gli scenari, immagino che metterà tutto a bando».
Spinelli era un buon finanziatore delle fondazioni di Toti...
«Tutto registrato a norma di legge. Se non va bene, il Parlamento faccia una legge e dica da chi i partiti e i candidati possono farsi finanziare, quali mani possono stringere, che parole possono usare al telefono».

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