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Beppe Grillo? Anche lui è stufo dell'estremismo M5s: occhio a gridare "onestà, onestà"

Alberto Busacca
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C’era una volta Beppe Grillo che riempiva le piazze. C’era una volta il fondatore del Movimento Cinque Stelle. C’era una volta un comico-politico che voleva aprire il Parlamento come «una scatoletta di tonno». Ve lo ricordate? Sì? Bene, sembra proprio che quel Beppe Grillo non esista più. Al suo posto ne è arrivato un altro molto diverso, apparentemente più moderato, paradossalmente anti-grillino. Certo, quando si parla di Grillo ci vuole cautela. C’è sempre il rischio di cadere in un tranello, il rischio che ci stia prendendo in giro. Però qualcosa deve essere succes so... Ieri Repubblica, a pagina 2, ha pubblicato un pezzo raccontando quello che è accaduto al teatro Celebrazioni di Bologna, nella seconda data del nuovo spettacolo di Grillo (“Io sono un altro”).

Il comico, in particolare, si è finalmente espresso su quello che sta succedendo nella sua Liguria, con l’inchiesta che ha coinvolto il governatore Giovanni Toti. Le sue parole, però, sono sorprendenti. «Vengo da una regione governata da Retequattro», ha esordito. «Da una regione di industriali che invece di dirti buongiorno ti dicono l’Iban». Poi si è concentrato sul porto, dove, ha spiegato, «ho lavorato anche io. Rubavano tutti, si rubava tutti ma funzionava tutto. Il sale, lo zucchero, il caffè, qualcuno magari un televisore arrivato dalla Cina. Ma nessuno si è mai arricchito. Era meraviglioso». Rubavano tutti, era meraviglioso... «Poi un giorno un portuale ha deciso di non rubare più. Onestà, onestà. È diventato incorruttibile. Ma io dubito che una persona incorruttibile sia una persona per bene. Hitler era incorruttibile».

 

 

Piano, piano. Ma è proprio Grillo quello che ha parlato? È proprio lui che ha criticato quelli che gridano “onestà, onestà”, marchio di fabbrica dei pentastellati? È proprio lui quello che non si fida degli incorruttibili? Già, Hitler era incorruttibile, e abbiamo visto come è finita. C’è un famoso indovinello, spesso citato da conservatori e liberali: “Ci sono due candidati alle elezioni: il primo è stato licenziato due volte, dorme fino a tardi, all’università faceva uso di oppio ed ogni notte consuma un quarto di bottiglia di whisky. Il secondo è un eroe decorato di guerra. È vegetariano, non fuma, non ha mai avuto relazioni extraconiugali ed è incorruttibile. Chi scegliete?”. Bene, il primo è Winston Churchill, il secondo, appunto, Adolf Hitler. Il senso è chiaro: non fidatevi troppo di quelli super-puri, spesso sono quelli che poi combinano più casini. Si può essere d’accordo, certo, ma è proprio la negazione della cultura pentastellata...

 

 

Il Grillo battagliero di una volta, però, sembra aver lasciato il posto a uno più malinconico, più riflessivo. Ancora il pezzo di Repubblica, che riporta quello che ha detto sul palco: «Stanno scomparendo tutte le mie battaglie. Ma io prima di scomparire vi porto tutti via con me». E ancora: «Non faccio più spettacoli, non riesco più a intrattenervi, non riesco a capire chi siete. Ho fatto tutto nella mia vita, andate a fanculo col cuore». C’era una volta un Beppe Grillo che riempiva le piazze. Ora ce n’è un altro che fa fatica a riempire un teatro. C’era una volta un Beppe Grillo fondatore del Movimento Cinque Stelle. Ora ce n’è un altro che è stufo di sentire gridare “onestà, onestà”. C’era una volta un Beppe Grillo che voleva aprire il Parlamento come «una scatoletta di tonno». Ora ce n’è un altro che sembra aver voglia di chiudere il sipario. Forse è solo un altro show, ma il nuovo Beppe sembra se non altro più simpatico di quello vecchio...

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