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Pd contro Meloni sulla rottamazione fiscale? Ma oggi i dem chiedono il condono

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Ennesima figuraccia del Pd a guida Elly Schlein. Quando Giorgia Meloni, appena entrata a Palazzo Chigi, varò la sua prima legge di Bilancio, fu bersagliata dalle critiche dei dem. Soprattutto per colpa della cosiddetta "rottamazione quater" delle cartelle esattoriali volute da Matteo Salvini. "Regala un miliardo per il condono, un passo indietro rispetto alla lotta all’evasione", scriveva Giuseppe Provenzano. Dello stesso avviso anche l'ex governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini: "Ecco il condono, che con la destra non può mai mancare, come un marchio di fabbrica". Le ultime parole famose.

L'indignazione per quel condono voluto dalla destra sembra però aver lasciato spazio al buonsenso. Come riporta Open, nella lista dei beneficiari di quella "misura scellerata" figura niente meno che il Partito democratico. Non solo. I dem avrebbero addirittura chiesto - e poi ottenuto - all'Agenzia delle Entrate di aderire alla sanatoria risparmiando le sanzioni previste. In questo modo, si sono fatti ammettere alla rateizzazione dei contributi per il personale che il partito non aveva versato agli istituti di previdenza, Inps e Inpgi prima di tutto.

La sorprendente notizia emerge ora dalla nota integrativa al bilancio 2023 del Partito democratico, dove l’estensore si prende ben guardia dal definire "condono" quel provvedimento della legge di Bilancio della Meloni. Ma spiega in burocratese: "il Partito, nell’anno 2023, ha ricevuto l’accoglimento della domanda presentata per l’adesione alla Definizione agevolata, prevista della Legge n. 197/2022. Conseguentemente, con riferimento ai Debiti verso Istituti di Previdenza, procederà a versare entro il 30/11/2027 le minori somme dovute".

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