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Sardegna, Todde vuole impugnare la legge sulle materie prime: "È inaccettabile"

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Alessandra Todde, governatrice della Sardegna, ha annunciato la volontà di impugnare la legge sulle materie prime critiche di interesse strategico approvata martedì 6 agosto in Senato. "L'ho ribadito anche al ministro Adolfo Urso durante il nostro incontro", ha dichiarato in un'intervista rilasciata alla Stampa. La Todde ha anche detto che "il governo dispone una disciplina lesiva non solo del nostro Statuto, ma anche delle nostre competenze esclusive in materie di sfruttamento di cave e miniere".

Secondo la governatrice della Sardegna: "è inaccettabile che vogliano minare la possibilità per i sardi di sfruttare le loro risorse e tutelare ambiente e paesaggio. Difendere la Sardegna significa anche battersi contro evidenti ingiustizie”. La strategia adottata dai presidenti di regione di centrosinistra sembra studiata per aiutare il campo largo nella sua opposizione contro la maggioranza di governo. Dal prolificare dei referendum all'attivismo dei governatori per impugnare i provvedimenti del governo.

In tal senso, il governatore della Puglia Michele Emiliano ha fatto sapere di aver deciso di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge Calderoli sull'Autonomia differenziata. Due giorni prima della mossa della presidente della Sardegna Todde. Urso, in riferimento alla legge sulle materie prime critiche di interesse strategico aveva sostenuto che tale norma pone "l’Italia all’avanguardia in Europa nel garantire le materie prime critiche necessarie per accelerare la transizione digitale e verde”. Non solo, “queste norme strategiche – ha aggiunto il ministro – sono volte alla realizzazione di una politica industriale che renda competitive le nostre imprese nei comparti del futuro”.

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