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Sharon Verzeni, la supertestimone rivela: "Cosa ho visto quella notte, ho pensato fosse ubriaca"

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Ha visto e sentito parecchio la supertestimone dell'omicidio di Sharon Verzeni. In un racconto molto preciso sul Corriere emergono dettagli inquietanti di quella notte in cui la 33enne ha perso la vita dopo aver lasciato la sua casa per una passeggiata. Sharon è stata colpita da 4 coltellate tutte letali. Ha avuto il tempo, qualche secondo, per chiamare il 118 e dire la frase più terribile "mi ha accoltellato", segno chiaro che conosceva il suo assassino.

E ora a cercare di mettere un punto fermo in questo caos di voci, indizi sfumati e di convocazioni in caserma, è una supertestimone che dietro anonimato avrebbe detto agli inquirenti tutto ciò che vide la notte del delitto: "Stavo guardando la televisione, il volume era basso e le finestre aperte perché faceva un caldo terribile. All’improvviso ho sentito gridare “aiuto, aiuto”, ma non mi sono preoccupata più di tanto, perché qui gira di tutto e spesso capita di sentire schiamazzi. Dopo una pausa, ho risentito ancora: “aiuto, aiuto”. Allora mi sono allarmata, perché la voce era più sofferente. Mi sono affacciata e l’ho vista barcollare. Veniva dalla piazza e all’inizio ho pensato che fosse ubriaca e che stesse male. Era sul lato del mio palazzo. Prima di arrivarci ha attraversato la strada, ha tentato con la mano di aggrapparsi alla recinzione della villetta del 32. Forse cercava di suonare per chiedere aiuto. Ma poco dopo si è lasciata andare". Infine spiega cosa è accaduto un istante dopo l'omicidio: "Prima è passata una macchina che ha tirato dritto. Poi sono arrivati un ragazzo e una ragazza su una Lancia Y bianca, che hanno chiamato i soccorsi. Sharon ha provato a tirarsi su, ma non ce la faceva. Quando si è girata sul fianco destro, abbiamo visto il sangue. Fino a quel momento, non avevamo capito".

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