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Gennaro Sangiuliano a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni: l'incontro sul caso Boccia

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E' salito a Palazzo Chigi per un'ora e mezza, Gennaro Sangiuliano. Il ministro della Cultura è uscito poco prima delle 17.30, al termine del confronto con la premier Giorgia Meloni, nel giorno in cui lo stesso ex direttore del Tg2 ha inviato una lettera a La Stampa per dare la sua versione dei fatti sul caso della presunta consulenza a Maria Rosaria Boccia. "A lei mai un euro del Ministero per i suoi viaggi. La sua nomina era stata istruita ma non finalizzata", ha sottolineato Sangiuliano. Ma è soprattutto il tema del presunto coinvolgimento della Boccia nell'organizzazione del G7 della Cultura a tenere banco.

Lunedì sera, a 4 di Sera su Rete 4, ospite di Paolo Del Debbio, la stessa Meloni era intervenuta in difesa del ministro e la Boccia, questa mattina ha risposto pubblicando sui suoi social le foto di due documenti che fanno riferimento alla riunione dei ministri della Cultura del G7, in programma dal 19 al 21 settembre. In realtà, si tratta di due fogli sbianchettati di cui si vede solo l'intestazione. L'imprenditrice campana riporta anche il virgolettato del presidente del Consiglio, che a De Debbio aveva spiegato: Sangiuliano "mi ha garantito che questa persona non ha avuto accesso ad alcun documento riservato che riguarda il G7. E soprattutto mi garantisce che neanche un euro degli italiani è stato speso per questa persona. A me sono questo le cose che mi interessa sapere, il gossip lo lascio ad altri". 

"Rispetto a una innegabile tempesta mediatica che mi ha investito, e all'interno della quale si fa fatica a distinguere autentiche fake news dai fatti reali che pure vanno ricondotti in una giusta dimensione, ritengo opportuno fornire la mia versione soprattutto sugli elementi di rilevanza pubblica - precisa Sangiuliano nella lettera a La Stampa -. Ho conosciuto la dottoressa Boccia a metà del mese di maggio durante la campagna per le elezioni europee riscontrandone un'identità di vedute - spiega - In seguito ho maturato l'intendimento di conferire alla dottoressa Boccia l'incarico, a titolo gratuito, di consigliere del ministro per i grandi eventi. Dopo la prima fase istruttoria, accogliendo alcune perplessità del Gabinetto sulla possibilità, ancorché meramente potenziale di situazioni di conflitto di interesse, ho deciso di non dare corso alla nomina e l'ho comunicato formalmente. Non è la prima volta che il ministero della Cultura, come altre istituzioni, non proceda a nomine che pur erano state istruite. In questo tempo la dottoressa Boccia non ha mai preso parte a procedimenti amministrativi. Ritengo importante sottolineare che mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Boccia".

Sul G7: "In una prima fase si era effettivamente pensato di tenere l'evento internazionale nell'incantevole Positano, ma già nei primi mesi dell'anno, come dimostrano i carteggi del ministero, anteriormente alla mia conoscenza con la dottoressa Boccia, si è deciso di spostarlo a Napoli per ragioni logistico-organizzative e di contenimento della spesa. Pompei è stata coinvolta, sin dall'inizio, soltanto per l'organizzazione di un evento culturale. Il 3 giugno, mi sono recato al Parco Archeologico di Pompei per visitare i ponteggi metallici che consentono ai visitatori di guardare restauratori e archeologi al lavoro. Non è stato un sopralluogo avente a oggetto il G7. E in ogni caso le occasioni in cui è stata presente non avevano affatto carattere istituzionale e nemmeno in senso lato di istruttoria del G7. Mai si è discusso di questioni di sicurezza". Sangiuliano esprime infine nella lettera un "grande rammarico per una vicenda che, senza responsabilità alcuna, ha profondamente turbato la vita di tante persone, oltre che la mia". 

Dalle opposizioni, la lettera viene accolta con una raffica di critiche e la richiesta di dimissioni. Sangiuliano "non solo ha mentito, non solo con il suo comportamento ha esposto Pompei, patria della cultura, al ridicolo, ma ha anche messo a rischio la sicurezza del G7", recita la petizione, firmata dal senatore Ivan Scalfarotto, con cui Italia Viva chiede le dimissioni del ministro. "Per questo la sua presenza al governo in un ruolo così delicato non è più sostenibile". Arturo Scotto, deputato del pd, chiede a Sangiuliano di "chiarire in Parlamento o di dimettersi in maniera istantanea". 

Dal centrodestra Edmondo Cirielli, ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, ha parlato invece di "una vicenda basata sul nulla, sia dal punto di vista giuridico che politico, costruita per delegittimare un ministro che è colpevole solo di aver intaccato dei privilegi finanziari di gruppi legati alla sinistra. "Continuiamo a vedere una continua e quotidiana uscita di dichiarazioni, foto, screenshot, comunicati... - sono invece le parole di Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia, intervistato da Affaritaliani.it - Più che davanti a un giallo politico siamo a una telenovela. Stiamo cioè celebrando l’inseguimento di un gossip e non stiamo parlando di politica". 

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