Pd contro Alessandro Giuli: "Subito in Parlamento per chiarire nomine e gestione degli appalti G7"
I dem con la bava alla bocca: fuori Gennaro Sangiuliano, ecco che si scatenano a tempo recordo contro il suo successore al ministero della Cultura, Alessandro Giuli, chiamato dal Pd a riferire in Parlamento sulle nomine e la gestione degli appalti del G7. Una richiesta che si incastona nell'affaire-Maria Rosaria Boccia e in tutto quel che ne è seguito. Una vicenda, quella della influencer di Pompei, che la sinistra si ostina a cercare di cavalcare in ogni modo possibile.
Per il Pd, "l'avvicendamento al MAXXI è la cartina di tornasole della fame di potere che ha segnato la gestione di Sangiuliano al ministero della cultura. Le persone che sono state nominate dal ministro non vengono giudicate idonee dalla stessa maggioranza a ricoprire ruoli gestionali, neanche temporaneamente", spara la capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, Irene Manzi, che invita il presidente Federico Mollicone, di FdI, a programmare rapidamente l'audizione del nuovo ministro Giuli per l'esposizione delle linee programmatiche del ministero.
"Siamo in stallo da troppo tempo - aggiunge Manzi - il parlamento è stato totalmente estromesso in tutta questa vicenda: alla camera Giuli avrà anche il modo di chiarire alcuni aspetti ancora molto poco chiari, a partire dalle nomine fatte in fretta e furia da Sangiuliano prima di dimettersi, alla governance di Ales, e a tutti i contorni dell'organizzazione del G7 cultura", conclude la Manzi.