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Boldrini, niente marcia per la pace: "Problema al ginocchio". Imbarazzo Pd per le parole di Conte

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I cosiddetti "pacifisti" scaldano i motori: tra pochi minuti inizierà la tradizionale marcia della pace di Assisi, con Giuseppe Conte a guidare il contingente politico. Sarà un attacco al governo che potrebbe mettere in imbarazzo anche parte del Pd, dal momento che le posizioni assunte dal leader del Movimento 5 Stelle, che si è intestato tutte le battaglie dell'associazionismo cattolico d'area progressista, risultano piuttosto scomode sia sull'Ucraina sia sulla Palestina. 

Non è un caso forse che nell'elenco dei partecipanti manchi Laura Boldrini, esponente di spicco dei democratici, che ha addotto motivazioni fisiche. "Oggi con il cuore alla marcia per la pace di Assisi alla quale, purtroppo, per un problema al ginocchio non posso partecipare - spiega l'ex presidente della Camera, oggi deputata dem -. Una marcia che quest'anno assume un significato ancora più forte perché la guerra sembra essere diventata l'unica opzione possibile. Davanti all'immobilismo dei governi per quello che succede in Medio Oriente e alla prospettiva di esacerbare il conflitto tra Russia e Ucraina nella convinzione sbagliata che autorizzando l'uso delle armi per azioni militari in territorio russo si aiuti Kiev a difendersi dall'orrenda invasione russa, ribadire le ragioni della pace è fondamentale e urgente. Le armi non aiutano i processi di pace. Il dialogo, la trattativa, il negoziato, invece, sì. È un esercizio complesso, spesso frustrante, che deve fare i conti anche con il fallimento, ma indispensabile per raggiungere l'obbiettivo di far tacere le armi. 'Se vuoi la pace, prepara la pace' non è uno slogan vuoto: è l'unico modo possibile per non far precipitare il mondo intero in un baratro di morte e distruzione".

Le parole della Boldrini arrivano un paio di giorni dopo il pasticcio Pd all'Europarlamento, con solo due suoi rappresentanti (Picierno e Gualmini) che hanno votato a favore dell'abolizione delle restrizioni all'uso delle armi fornite all'Ucraina sul territorio russo (in linea, dunque, con la maggioranza di Bruxelles) e gli altri contro e all'opposizione (in buona compagna italiana, va detto).

"Se leggete il rapporto Draghi, destinato a rilanciare la competitività dell'Unione europea, a pagina 169 c'è il passaggio clou: adesso siamo in un economia di guerra, dobbiamo fare una corsa al riarmo e la Bei deve rimuovere le limitazioni per i finanziamenti alle industrie militari", sottolinea polemicamente Conte, mettendo nero su bianco la linea programmatica della marcia per la pace. 

"La situazione che stiamo vivendo nei vari conflitti mondiali non ci lascia intravedere nessuno sbocco, perché vive di un deficit di politica e di diritto. Sono conflitti diversi ma accomunati dal fatto che a Gaza, in Cisgiordania o in Ucraina noi non abbiamo una soluzione politica sul tavolo", incalza il leader dei 5 Stelle.

"Dobbiamo recuperare la sostanza della politica, che deve portarti a leggere anche le ragioni degli altri: in Ucraina subito tutti i commentatori occidentali hanno descritto un criminale pazzo, un subumano. Era tutto costruito, perché così esistono solo le tue ragioni e la propaganda, con la somma contraddizione che mentre i generali ci spiegano che la guerra non si può vincere, i politici parlano di sconfiggere la Russia", aggiunge Conte, secondo il quale "l'industria bellica e militare si sono messe in moto e sono inarrestabili. In tutte le sedi il M5S è assolutamente convinto che il mondo non si può distinguere tra i buoni della Nato e i cattivi del resto del mondo".

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