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Maria Rosaria Boccia, il ritorno: "Operativa", cosa posta dopo il sequestro

Emanuele Romano
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Una massa di dati da analizzare prima della convocazione per l’interrogatorio dell’indagata. È questa la road map, al netto di ulteriori colpi di scena, della Procura di Roma nell’indagine che coinvolge Maria Rosaria Boccia, accusata di violenza e minacce a corpo politico e lesioni aggravate dopo la denuncia a suo carico presentata dall’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. L’imprenditrice, dopo alcune ore di blackout per la perquisizione e il sequestro di cellulare e pc da parte dei carabinieri, è tornata a postare sui social. Nella notte tra sabato e domenica ha pubblicato la foto pubblicitaria di due cellulari e la scritta «operativa» e in altri post ringrazia per i «moltissimi messaggi di affetto e solidarietà. Come sottofondo musicale “Io non ho paura” di Fiorella Mannoia. La palla passa ora agli inquirenti che dovranno verificare il contenuto dei device (due cellulari, un tablet, due pc, numerose schede sim oltre ai famigerati occhiali spia utilizzati per effettuare video non consentiti all’interno della Camera dei deputati) trovati in un armadio dell’abitazione della donna, a Pompei. Un lavoro che richiederà alcuni giorni al termine del quale potrebbe scattare l’avviso a comparire per la signora Boccia negli uffici di piazzale Clodio.

Al momento sono due i capi di imputazione che i magistrati contestano alla 41enne. Per quanto riguarda l’accusa di violenza e minacce a corpo politico, cristallizzato all’articolo 338 del Codice penale e che prevede condanne fino a 7 anni di carcere, nel decreto di perquisizione si afferma che l’indagata ha esercitato minacce idonee a «a compromettere la figura politica e istituzionale di Sangiuliano», in modo «da turbare l’attività e ottenere il conferimento della nomina a consulente per i Grandi Eventi, incarico di diretta collaborazione del ministro». In particolare dopo la fine della «relazione affettiva extraconiugale» con l’ormai ex ministro, e «dopo aver appreso che la bozza del decreto di nomina firmata dal ministro era stata bocciata per volontà dello stesso Sangiuliano», Boccia ha messo in atto una serie di iniziative, a detta dei pm, illecite. L’imprenditrice ha contattato «ripetutamente» l’ex ministro chiedendo «appuntamenti», tutti «rifiutati», e ha cercato anche di avere interlocuzioni con il dicastero per «conoscere gli esiti della procedura di nomina». La Boccia, secondo quanto scrivono gli inquirenti, ha informato Sangiuliano «su una presunta gravidanza» e ha più volte contattato la moglie dell’ex direttore del Tg2 «con chiari riferimenti alla sua relazione extraconiugale con il marito».

 


Tra le iniziative elencate anche la pubblicazione «senza consenso, di foto private nonché immagini oggetto di manipolazione che la ritraevano all’interno del ministero» e la divulgazione «progressiva e in modo frammentario» ai media e sui social di notizie «attinenti alla sua relazione con il Sangiuliano, ai suoi rapporti con il ministero e all’accesso a documenti di informazioni riservate del ministero, ogni volta alludendo la disponibilità di altre notizie compromettenti per il ministro». Infine il reato di di lesioni aggravate è legato a quanto avvenuto a Sanremo la notte tra il 16 e il 17 luglio quando Boccia, secondo la denuncia, avrebbe colpito Sangiuliano ferendolo alla testa. 

 

 

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