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Giorgia Meloni, la sinistra invoca i gulag? Il Pd tace e acconsente

Francesco Storace
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Quel «Giorgia vai in Siberia» invocato alla manifestazione dei cosiddetti indignati contro il ddl sicurezza (e come ti pare) è eloquente. Il clima da curva scatenato dalla sinistra contro la premier – e anche contro Salvini – è di odio puro, con punte di tardivo riconoscimento autobiografico. Di quella Siberia che intendiamo bene tutti per la storia criminale che l’ha riguardata, si sentono i padroni di casa, sanno perfettamente quel che vogliono dire – e ululare – identificano quella regione come il luogo ideale per la reclusione del dissenso (da loro). E osano parlare di repressione...

Al presidio dell’altra sera di piazza Navona gli attacchi alla premier sono stati abbastanza beceri e pronunciati senza che nessuno dei big presenti alla manifestazione – tra politici e sindacalisti – prendesse le distanze dall’ordalia anti Meloni. È quasi un obbligo appiccare il fuoco (per fortuna verbale, vogliamo sperare) contro la presidente del Consiglio e i suoi ministri. Quel che dispiace è anche il silenzio dei giornaloni, quelli che attaccano ogni giorno “la destra violenta”, senza accorgersi – fingendo – che gli ultrà li hanno in casa. Quando ci sono insulti a esponenti del centrodestra sono ormai cose normali. Traditore chi si esibisce.

 

 

Sui social tutto questo deflagra, nell’anonimato dei profili o dal divano di casa diventa ancora più facile “combattere” il nemico. Ad esempio, per la decisione della Procura di Palermo di chiedere sei annidi reclusione a Salvini per aver impedito ai clandestini di entrare a casa nostra, è orribile lo stupidario condito da contumelie irriferibili contro il vicepremier. La pretesa minima è aumentare il suo carico giudiziario... In fondo niente rispetto alla promessa di mandare la Meloni in Siberia, residenza migliore rispetto all’Ucciardone, avranno pensato. Certo, c’è poi chi ha esagerato in “risposta” contro i magistrati, ma a destra nessuno difende quei disperati che twittano minacciando a loro volta. A sinistra invece si uniscono al coro. Non è la prima volta che succede.

Il povero Massimo Boldi è stato sottoposto a lapidazione via rete per aver osato fare gli auguri a Giorgia Meloni. Non era esattamente un cinepanettone, all’attore è stata augurata persino la morte, siamo certi che dal Nazareno siano giunti a Boldi almeno i sentimenti di vicinanza e solidarietà. Dite di no? A proposito di fuoco: contro Meloni, ma anche La Russa e Salvini, Piantedosi e Valditara e tanti altri esponenti del centrodestra non si conta il numero dei manichini che li raffiguravano dati alle fiamme. Se non ricordiamo male in una sola occasione è intervenuto anche il presidente Mattarella. La sinistra ha sempre taciuto di fronte ad una pratica che è orribile.

Cinque minuti di celebrità se li è guadagnati anche quel rapper di Foggia che il primo maggio scorso ha pensato bene di apostrofare malamente la premier dal palco dedicato alla festa del Lavoro e non vi infliggiamo la sanzione del ricordo di cortei, scioperi, manifestazioni, in cui le maledizioni a suon di cattiverie pesantissime erano superiori alle rivendicazioni. Solo uno è stato raggiunto dalla magistratura, e punito: Roberto Saviano, per quel “bastardi” indirizzato a Meloni e Salvini dal programma tv di Formigli. Che pena. Il filo rosso – definizione quanto mai calzante – è legato all’accusa principale: siete fascisti e quindi dovete essere eliminati. A sinistra non si capacitano per i sondaggi e scodellano come se niente fosse minacce a ripetizione.

Non è che i leader siano incolpevoli. A piazza Navona Giuseppe Conte ha caricato i suoi contro le nuove norme sulla sicurezza affermando che «ci portano indietro nel tempo, peggiorando addirittura il codice penale Rocco introdotto in epoca fascista». Lo aveva detto la Schlein, lo ripete lui. Il campo largo è più facile sul fascismo che sulle cosucce Rai.

Può mancare Fratoianni? Certo che no. Per lui il ddl sicurezza «manderà in galera gli operai che manifestano per il proprio posto di lavoro, gli studenti che manifestano per la loro scuola e per i loro diritti, gli eco-attivisti», le spara grossissime. Balle clamorose. Le manifestazioni non le vieta nessuno se sono autorizzate. Di fronte a queste scemenze, chi può evitare l’invito alla Siberia per Meloni e soci? Sono proprio sinistri, incidenti appunto. Della storia.

 

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