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Sondaggio, record per il governo Meloni: dove nessuna coalizione era mai arrivata, le cifre

Francesco Storace
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E adesso chi glielo dice ai politologi, agli osservatori e giù per li rami ai militanti di certa carta stampa e ai giornalisti tv in lacrime? Parlano i dati, sia quelli elettorali che le cifre snocciolate dai sondaggi: la seconda repubblica ha il segno di Giorgia Meloni nel consenso degli italiani a ben due anni dall’insediamento del governo. Questo centrodestra, con Matteo Salvini e Antonio Tajani, è l’unica formula di governo che va meglio rispetto alle elezioni politiche. La fonte è Pagella politica, che certo non è inchinata a destra. Daniele Ruffino racconta dell’esame di ben 4.100 sondaggi dal 2008 in poi... e ciò che emerge è davvero clamoroso. Non c’è stato altro governo che, a due anni dalla nascita, sia aumentato in maniera così esponenziale. Vediamo i numeri, che non hanno mai torto. Nel 2022 ci furono le politiche.

La coalizione al governo oggi prese il 43 per cento dei voti e al suo successo contribuì la spaccatura nella sinistra, che si presentò divisa. Ma ora il consenso aumenta, se alle Europee – e anche nei sondaggi – sale al 47 per cento. Attenzione, mancano pochissimi punti alla maggioranza assoluta e non c’è campo largo che tenga al confronto, pur se riuscissero a schierarsi uniti alla prova. Probabilmente, la nettezza del messaggio premia un esecutivo assolutamente politico, non ci sono margini di ambiguità nell’attuazione del programma elettorale. Ci può essere qualche problema ogni tanto. La differenza con il centrosinistra è che il centrodestra i suoi guai li risolve, dall’altra parte li aggravano.

Cioè, non si impazzisce per le divergenze, ci si confronto a poi si appianano. Del resto, la coalizione di governo vanta risultati importanti su ciò che ha promesso agli elettori: lotta all’immigrazione clandestina e gli sbarchi ricominciano a calare; riduzione delle vessazioni fiscali e c’è la riforma pronta; no al reddito di cittadinanza ed è ciò che è stato fatto. Per crescere ancora di più nei consensi, restano salari ancora bassi (ma il taglio del cuneo fiscale aiuta le buste paga a crescere, la riforma completa della giustizia e la riforma costituzionale sulla forma di governo). Dove va la sinistra se non riesce a trovare un progetto alternativo comune e prevalgono solo gli odi di carattere personale? Il dato di Pagella politica deriva – racconta Ruffino – «dal calcolo della media dei risultati di ciascun partito e, successivamente, abbiamo sommato i dati dei partiti che hanno supportato i vari governi in carica, escludendo i due governi tecnici di Mario Monti e Mario Draghi». In particolare di 4 punti è la crescita stimata di Fratelli d’Italia, mentre Forza Italia e Lega si sono alternati tra secondo e terzo posto. In sostanza, non c’è stata – come nota il capogruppo di Fdi Tommaso Foti- la catastrofe vaticinata dai fini pensatori, i columnist della sinistra. L’aumento è stato costante per la maggioranza, mentre nel centrosinistra se le sono date di santa ragione tra Pd e Cinquestelle. Risultato: l’alternativa non c’è.

 

 

Il centrodestra al governo ha registrato il suo punto più basso, a febbraio 2024, col 44 per cento, ma sempre superiore alle politiche. Qualche esempio per capire di che rivoluzione si tratta? Il governo di Matteo Renzi e il quarto governo di Silvio Berlusconi sono gli altri due governi che dal 2008 a oggi sono durati almeno due anni. A febbraio 2014 i partiti che supportavano il governo Renzi – tra gli altri, il Partito Democratico, il Nuovo Centrodestra e Scelta Civica – avevano circa il 38 per cento dei consensi al momento dell’insediamento dell’esecutivo. Dopo un rapido aumento che li ha portati al 48 per cento a seguito delle elezioni europee del 2014 (in quell’occasione il Pd ha preso quasi il 41 per cento dei voti), i consensi del governo Renzi sono via via calati, arrivando al 33 per cento a due anni dall’insediamento. Il quarto governo Berlusconi, sostenuto dal Popolo della Libertà, dalla Lega e da Futuro e Libertà per l’Italia, era partito a maggio 2008 con circa il 43 per cento dei consensi. Dopo tre mesi di governo questa percentuale è salita al 50 per cento, ma prima dei due annidi governo è iniziato un costante calo, fenomeno che come abbiamo visto non sta invece colpendo il governo Meloni. Alla fine, il punto più basso nei consensi toccato dai partiti che sostenevano il quarto governo Berlusconi è stato il 34 per cento. Non c’è paragone tra ora e allora. Guardia alta dunque e andare avanti, la strada sembra quella giusta.

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