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Albania, la sinistra pro-migranti cola a picco: crollo nei sondaggi (e FdI vola)

Elisa Calessi
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Ci voleva il caso Albania per avvicinare, fino a sovrapporsi, Italia Viva e M5S, incapaci di trovare un accordo persino sulle elezioni regionali. Ieri, infatti, entrambi, a mezz’ora di distanza, hanno annunciato che presenteranno un esposto alla Corte dei Conti per “danno erariale” contro la decisione del governo di aprire un centro migranti in Albania. Il partito fondato da Matteo Renzi è stato il primo a tagliare il traguardo. «Lunedì prossimo», ha scritto sui social Francesco Bonifazi, «presenteremo una denuncia formale alla Corte dei Conti indicando Giorgia Meloni come responsabile dello spreco di denaro pubblico legato allo scandalo del centro migranti in Albania. Quello che stiamo vedendo è uno scandalo per le famiglie degli italiani: quei soldi dovevano andare a Carabinieri, sanità, giovani.
Non agli spot della premier».

Poco dopo lo ha seguito Alfonso Colucci dei Cinquestelle. «Ho appena ultimato di scrivere e mi accingo», faceva sapere intorno alle 19, «a presentare un esposto alla Corte dei Conti per accertare ipotesi di responsabilità erariale per il trasporto di 16 migranti nel centro allestito dal Governo Meloni in Albania con una nave militare, trasporto costato, si ritiene, 250.000/290.000 euro, circa 18.000 euro a migrante».

Nell’esposto, il M5S chiede ai giudici contabili di verificare se non sia «configurabile l’adozione di provvedimenti adottati con dolo o colpa grave idonei a configurare una responsabilità erariale per l’utilizzazione di ingenti risorse pubbliche per lo svolgimento di attività non legittimate in base alla corretta applicazione delle norme di legge sopra richiamate». E parla di «spreco di soldi» Matteo Renzi sui social: «Per storia personale e convinzione politica sono l'ultimo a voler difendere la magistratura», ma «Giorgia Meloni ha commesso un errore clamoroso: sta sprecando centinaia di milioni degli italiani solo per un suo capriccio personale», uno «spreco di soldi» che è «assurdo e illogico: diventerà il suo pandoro...».

 

L’inattesa (e perfetta) consonanza tra due partiti che, fino a pochi giorni fa, se le davano di santa ragione, è significativa di quanto, il caso Albania, abbia polarizzato i due campi. Tanto da fare apparire il Pd quasi come l’inseguitore, con solo Antonio Misiani, responsabile economia della segreteria che parlava, a proposito del modello Albania, di «un’operazione fragilissima dal punto di vista giuridico» e che attaccava il governo Meloni per aver buttanto via «800 milioni dei contribuenti. Dovrebbero chiedere scusa.

Cercano di cavarsela gridando al complotto, facendo le vittime e attaccando la magistratura e l’opposizione. Incapaci e irresponsabili». Per ora, però, niente esposto dal Pd. E forse non è un caso. La domanda, infatti, è quanto di questa battaglia delle opposizioni paghi dal punto di vista del consenso. Il tema dell’immigrazione, infatti, non è solo caro alla destra. È proprio nei ceti sociali più bassi, nelle periferie delle città, che è più forte la rabbia contro una immigrazione incontrollata. È nei bacini a cui guarda la sinistra che si chiede il pugno di ferro contro l’immigrazione.

I sondaggi, infatti, flop o no del centro migranti in Albania, continuano a premiare il centrodestra, mentre segnano un calo per i partiti del centrosinistra. Secondo un sondaggio Dire-Tecnè, con interviste fatte tra il 17 e 18 ottobre, continua a crescere il consenso per Fratelli d'Italia, che in una settimana guadagna lo 0,1% e si porta al 29,6%, confermandosi primo tra i partiti. Cala, invece, il Pd che perde lo 0,2 e si porta al 23,4% ma si mantiene a larga distanza da Forza Italia, terzo, fermo all'11,2% (+0,1%). Più staccato il M5S che però recupera uno 0,2 e si attesta al 10,4%. Al quinto posto la Lega stabile all'8,1%. Poi Avs al 6,5% (-0,1); Azione al 2,9% (+0,1), Italia Viva al 2,1% (+0,1) e Più Europa all'1,7% (-0,1). Anche per quanto riguarda il gradimento dei leader Giorgia Meloni è ancora al primo posto, crescono Antonio Tajani e Matteo Salvi ni, mentre è in calo Elly Schlein. La presidente del Consiglio guadagna lo 0,2% e si porta al 44% del consenso. Al secondo posto Tajani con il 37,4% (+0,2). Terza Schlein al 30,9% (-0,1). Quarto Conte al 29,5% (+0,1), quinto Salvini al 26,1% (+0,1). Dietro Bonino al 20,1%, Calenda al 19,6% (-0,1), Bonelli al 16,7% (-0,1), Fratoianni al 16,4% (-0,1). Chiude la classifica Renzi, stabile al 14,2%.

 

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