Compagni che odiano i libri. Non tutti i libri, per carità. Odiano solo quelli in cui ci sono scritte cose che non condividono. Ma non si limitano a odiarli. Cercano di silenziarli, di censurarli, di boicottarli. Di fare in modo che le idee diverse dalle loro non possano circolare.
È un sistema ormai ben collaudato, tanto da diventare quasi noioso. Giovedì, al Salone del Libro di Torino, è andata in scena la gazzarra pro-Palestina, con tanto di scontri con le forze dell’ordine, per contestare l’intervento di Nathan Greppi, autore del libro “La cultura dell’odio”, in cui analizza i modi in cui si manifesta l’odio anti-Israele nel mondo della cultura. Non solo. Sempre giovedì, in una libreria Feltrinelli di Milano, ancora gli attivisti pro-Pal hanno avuto la bella idea di attaccare etichette con la scritta “questo prodotto uccide” su diversi libri di autori ebrei...
Purtroppo, come dicevamo, non si tratta di episodi isolati. Prendersela con i libri è diventato lo sport preferito di una certa sinistra, e l’elenco degli autori finiti nel mirino degli intolleranti rossi si sta allungando sempre di più. In questi giorni, ad esempio, l’Anpi si è scagliata contro Caio Mussolini, pronipote del Duce, colpevole di voler presentare ad Arre, in provincia di Padova, il suo libro “Mussolini e il fascismo. L’altra storia”.
Non sia mai. Per i nuovi partigiani non ci può essere un’altra storia, quindi via con le critiche al Comune, colpevole di aver messo a disposizione la sala. «Siamo per l’assoluta libertà di opinione e di ricerca scientifica», spiegano dall’Anpi, «non accettiamo però che si barattino per frutti della libera ricerca le bestialità storiche e le sviolinate al fascismo contenute nel libro». E andiamo avanti. Volete fare un gioco? Mettere su Google “presentazione libro contestazione” e guardate i risultati. Non troverete nessun autore, di sinistra o meno, zittito da militanti di destra, mentre la situazione opposta, coi compagni sulle barricate, è piuttosto frequente.
Rimanendo agli ultimi mesi, sono stati messi all’indice: - il libro di Italo Bocchino (“Perché l’Italia è di destra”): presentazione contestata dai dipendenti della Gnam (Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma) - il libro di Giuseppe Culicchia (“Uccidere un fascista. Sergio Ramelli, una vita spezzata dall’odio”): volume messo a testa in giù nella libreria Feltrinelli della Stazione Centrale di Milano - il libro di Roberto Menia (“10 febbraio, dalle Foibe all’Esodo”): contestata dagli studenti la presentazione al Liceo Linguistico Marco Polo di Bari. Stesse scene anche all’istituto Rossellini di Ro ma - il libro di Pietro Cappellari (“L’invenzione dell’antifascismo”): presidio organizzato da Genova Antifascista contro la presentazione del volume nel capoluogo ligure - il libro di Francesca Totolo (“Le vite delle donne contano. Lola, Pamela e Desirée: quando l’immigrazione uccide”): tante le presentazioni boicottate e cancellate, tra le ultime quelle di Campi Bisenzio (Fi) e di Cortazzone (At) - il libro di Fabrizio Fratus e Stefania Bonfiglio (“Patria. Di padre in figlio, per il comunitarismo”): contestata la presentazione a Brugherio (Mb). Per l’Anpi l’editore, Passaggio al Bosco, «si richiama direttamente a simbologie e mitologie fasciste e naziste».
«Siamo per l’assoluta libertà di opinione», ripetono i progressisti. A patto, chiaramente, che l’opinione in questione sia uguale alla loro...