Katharina Zeller, il video che la sbugiarda

giovedì 22 maggio 2025
Katharina Zeller, il video che la sbugiarda
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E dopo alcuni giorni arrivano le scuse. Il neo-sindaco di Merano, Katharina Zeller, che durante la cerimonia di passaggio di consegne si era sfilata la fascia tricolore mentre gliela porgeva il suo predecessore (e rivale sconfitto alle urne) Dario Dal Medico, ora fa marcia indietro. Su Repubblica, il primo cittadino, eletto con il partito Südtiroler Volkspartei, spiega i motivi del suo gesto. «Non mi sono sfilata la fascia per mancare di rispetto al tricolore» dice Zeller. «Rappresenta l’Italia, la mia patria: in qualità di vicesindaco negli ultimi anni ho sempre indossato il tricolore in ogni occasione ufficiale e così farò anche in futuro. Mi sono opposta a un gesto provocatorio, teso a presentarmi come una bambina infantile obbligata ad ubbidire a un esperto uomo maturo».

Non solo. Zeller spiega che in quel momento era «emozionata», «a mente fredda non lo rifarei». «Capisco che una parte di cittadini non solo altoatesini, ignara delle ragioni politiche della prepotenza di un sindaco di destra appena sconfitto dalla sue ex vice sostenuta anche dal centrosinistra, possa essersi sentita offesa. Per questo è stato un gesto istintivo ma inopportuno: non ho problemi a chiedere scusa» conclude. Zeller rifiuta l’etichetta di pasionaria nostalgica. «Al contrario. Io sono l’opposto di queste anti-storiche nostalgie. Ho vissuto dieci anni a Roma, lì mi sono laureata in diritto amministrativo e mi sento pienamente europea, italiana e sudtirolese. Faccio politica per unire e non per dividere: tutti i gruppi linguistici dell’Alto Adige hanno una storia di dolore e di soprusi e da tempo abbiamo girato pagina per vivere insieme. Non sarò mai simbolo e strumento degli estremisti che vivono di rancore, tedeschi o italiani che siano», racconta sempre a Repubblica. Epperò adesso salta fuori un video che mette alle strette il sindaco. Nel filmato, si sente Zeller dire che «il tricolore non è una cosa che mi piace molto».

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Insomma, c’è qualcosa che stona tra le sue scuse e il video. Intanto, sui fatti è intervenuto anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. «È un’immagine non bella perché chi si accinge ad assumere la funzione di sindaco rappresenta anche lo Stato italiano. Non è stato molto bello» ha detto Piantedosi intervistato a Ping Pong su Radio 1. «Ci sono state queste dichiarazioni» ha aggiunto il ministro riferendosi alle scuse, «ci fanno piacere ne prendiamo atto, alcuni aspetti di queste dichiarazioni lasciano aperto un margine di dubbio. Personalmente mi sfugge quale possa essere la connessione con un tema come il patriarcato».

Poi Piantedosi ha rivolto un invito a Zeller: «Lasciamo a questa sindaca un appello, avrà cinque annidi mandato per dimostrare, patriarcato a parte, che quel gesto è stato un episodio isolato e oggetto di fraintendimento e non espressione di una posizione che aveva un significato compiuto». Ma nel frattempo a gettare benzina sul fuoco è stato un consigliere provinciale di SuedTiroler Freiheit, Sven Knoll. «Noi sudtirolesi non siamo mai stati italiani, non siamo italiani e mai lo saremo. La nostra bandiera non è quella italiana, ma quella bianca e rossa del Tirolo» ha detto Knoll commentando «l’ondata di indignazione da parte dell’Italia» seguita al gesto della Zeller. «La bandiera italiana non ha portato la libertà ai sudtirolesi, ma l’oppressione, l’assimilazione forzata e il dominio straniero. L’Italia» ha aggiunto «non è la nostra patria. La nostra patria è l’Austria, divisa da un confine arbitrario, ma indissolubilmente legata da lingua, cultura e storia».

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