Violenti contro la polizia, la sinistra: "Anche Gandhi in galera"

Centri sociali e antagonisti provano a sfondare il cordone degli agenti per arrivare davanti a Palazzo Chigi. Le forze dell’ordine si difendono e le opposizioni perdono il controllo
di Alessandro Gonzatomartedì 27 maggio 2025
Violenti contro la polizia, la sinistra: "Anche Gandhi in galera"
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Violente zucche vuote in servizio permanente. A coprire le zucche, il cui contenuto non poteva comunque essere danneggiato, caschi da moto e bicicletta. Sul volto, ma non per la vergogna né per il Covid, sciarpe, mascherine e kefiah.

Roma, via del Tritone: la strada è quella che porta a Palazzo Chigi. Un centinaio di facinorosi vestiti di nero ma to’, non sono fascisti, cercano di sfondare il cordone di polizia per arrivare sotto la sede del governo. Ufficialmente protestano contro il “Decreto Sicurezza”. Di fatto riempiono il lunedì pomeriggio – e d’altronde lavorare stanca – per creare nuovamente il caos. È un’umanità variegata. Sventolano bandiere della Palestina, di Potere al Popolo, ce n’è qualcuna della Cgil.

I protagonisti sono volti più o meno noti dei centri sociali e dei movimenti per la casa: protestano perché nel decreto, tra le altre cose, vengono inasprite le pene per chi occupa abusivamente gli immobili altrui. È stata ribatezzata la norma “anti Ilaria Salis”. Gli agenti sbarrano la strada con gli scudi. I violenti iniziano ad attaccarli con bastoni e tutto ciò che capita a tiro. «Sbirri di merda!», «Bastardi!», «Servi dello Stato!». La polizia, costretta in assetto antisommossa, deve rispondere coi manganelli. A un certo punto (ma senza armamentario, capiamoci) spunta Luca Blasi di Alleanza Verdi Sinistra, l’assessore alla Cultura del III municipio, il quale prende 3.500 euro al mese ma fino all’altroieri era assurto alle cronache per l’occupazione abusiva di un appartamento, fatto rivendicato con orgoglio. Nel parapiglia si prende una manganellata in fronte, gli esce un bernoccolo come una mela - buona guarigione- e fa parlare ancora di sé. Questa la sinistra in strada.

Nelle istituzioni, poco dopo, la sinistra interviene per difendere la teppaglia e attaccare il governo: «Mettere la museruola al popolo non significa sicurezza», dichiara il Movimento 5 Stelle, «ma solo instillare paura ed erodere i dritti. Stiamo andando verso un modello autoritario e liberticida. In via del Tritone», attenzione a quanto afferma il partito di Giuseppe Conte, «sono stati manganellati ragazzi perché stanno manifestando contro un decreto». Negli stessi minuti il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, commenta: «In questi scontri dobbiamo nuovamente segnalare il ricorso, ormai abituale, a esponenti del mondo pro-Pal che in questi mesi si stanno distinguendo per la violenza. Le tensioni confermano che l’obiettivo non è quello di opporsi a un provvedimento che noi consideriamo sacrosanto e necessario, ma contestare con violenza il governo». Nel frattempo la polizia riesce a respingere le zucche vuote e la manifestazione, questa pacifica ma non nei toni, si anima in piazza Barberini da cui parte un piccolo corteo: cori d’insulti contro Giorgia Meloni e il ritornello «Siamo-tutti-antifascisti!».

In parlamento, durante la discussione sul “Dl Sicurezza”, si segnala anche Devis Dori, capogruppo di Avs in commissione Giustizia: «I liberali della destra dove sono? Per voi pure Gandhi deve finire in carcere. Punite la resistenza passiva fatta coi soli corpi delle persone, date super poteri a questori che si possono sostituire al magistrati. Questo decreto», va avanti Dori, «è un inaccettabile accanimento verso chi protesta».

Dal Pd escono comunicati stampa col ciclostile: salvo leggere variazioni lessicali il sunto è che «il governo spegne la democrazia». Sono le stesse opposizioni che dieci giorni fa quando a Milano per l’ennesima volta il popolo antifascista assaliva la polizia sono rimaste zitte. Anzi, a cinquecento metri di distanza, in piazza San Babila, strepitavano che con questa destra sono tornate le squadracce delle camicie nere.

Oggi a Bologna altre zucche vuote, ma ci sarà anche qualcuno proveniente da Roma, scenderanno ancora in strada: la premier è attesa all’assemblea di Confindustria e i violenti rossi hanno preannunciato la guerriglia. È prevista una doppia protesta: «Il Decreto Sicurezza», è il grido di battaglia, «è molto pesante e inventa tantissime fattispecie di reato per minacciare con anni e anni di galera ogni forma di espressione del dissenso». Pacifici come Gandhi. Perla sinistra “grandi anime”.