Meloni vede Macron: martedì 3 giugno cambia tutto?

Vertice "del disgelo" a Roma: sul piatto dazi e Ucraina. "Chi è stato il grande mediatore"
mercoledì 28 maggio 2025
Meloni vede Macron: martedì 3 giugno cambia tutto?
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Una fittissima agenda per Giorgia Meloni, ancora una volta dominata dalla politica estera. Dopo il viaggio tra Uzbekistan e Kazakistan in Asia centrale (mercoledì sera l'atterraggio a Samarcanda, quindi lo spostamento ad Astana) la premier incontrerà la prossima settimana il presidente francese Emmanuel Macron. A renderlo noto fonti di Palazzo Chigi: secondo indiscrezioni, l'idea di un bilaterale Italia-Francia sarebbe nata in un breve colloquio fra i due leader al funerale di Papa Francesco, nel giorno del chiacchieratissimo faccia a faccia in Vaticano tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky (con tanto di Macron bruscamente allontanato e messo in disparte dal Capo della Casa Bianca) e avrebbe quindi preso corpo nelle settimane successive.

L'appuntamento è per martedì 3 giugno, sempre a Roma: l'ultima volta era stato Macron a ricevere la premier italiana a Parigi. Secondo molti, sarà "l'incontro del disgelo" dopo mesi di frizioni più o meno esplose alla luce del sole. Al centro del summit la ricerca di una posizione comune europea nella trattativa con gli Stati Uniti sui dazi, ma anche sulla complicata soluzione della crisi ucraina su cui Parigi sembra aver cercato sponda con Berlino e Varsavia per accelerare sul piano militare in chiave anti-russa. 

In questo senso, le tensioni maggiori si sono registrate un paio di settimane fa a Tirana, dopo la riunione dei cosiddetti (e autoproclamati) "Volenterosi" senza di lei: Meloni aveva preso ancora una volta le distanze dall'idea di inviare truppe in Ucraina, suscitando l'irritazione di Macron che aveva parlato a chiare lettere di "false informazioni" aggiungendo che "ce ne sono a sufficienza di quelle russe". In queste settimane, dietro le quinte ha svolto un ruolo di mediatore il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz. L'estate scorsa Meloni e Macron siglarono una sorta di tregua olimpica con un incontro a Versailles, a margine dei Giochi di Parigi, dopo mesi di disaccordi a cavallo delle elezioni europee, fino all'apice dello scontro diplomatico al G7 in Puglia sul paragrafo delle conclusioni dedicato all'aborto. Frizioni che hanno rallentato anche l'attuazione del Trattato del Quirinale, siglato da Macron e Mario Draghi nel 2021. Il riavvicinamento è propedeutico ad altri importanti eventi già in programma: il G7 in Canada di metà giugno, il Consiglio Ue tra un mese e la conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina, il 10-11 luglio a Roma. Servirà un clima disteso. E alleati affidabili.