Non provateci. Anzi: non vi azzardate proprio. L’invito è caldamente rivolto all’Editorialista Unico (di sinistra), al Commentatore Collettivo, al sinedrio di analisti tutti schierati dalla solita parte che sono già pronti, in caso di floppone referendario, a fare il processo alla maggioranza degli italiani. Già mi pare di leggerli: l’Italia «consapevole» è alle urne e quella «disimpegnata» al mare, i «buoni» al seggio e i «cattivi» in gita. E – una volta presa la rincorsa – non si fermeranno più descrivendo la loro inesistente «altra Italia». Sì, l’«altra Italia» è la loro ossessione: descrivono un paese colto -impegnato -progressista (il loro, credono...) che sarebbe tenuto prigioniero e ostaggio da una maggioranza di populisti rozzi, di fascisti (espliciti o cripto), di «destre pericolose», anzi di «destre-destre» (non si sa cosa vogliano dire queste espressioni: però metterle al plurale o addirittura raddoppiarle fa più paura, pensano i maestrini progressisti).
Ecco, il nostro gentile ma fermo messaggio è: cari compagni, siete fuori strada. La scelta di moltissimi di noi di non recarci alle urne è consapevole e rispettabile tanto quanto la vostra di andarci. Dovete smetterla con una presunzione di superiorità morale e culturale in forza della quale vi autocollocate su una specie di cattedra, anzi di pulpito, da cui ci date le pagelle. E inequivocabilmente concludete che chi la pensa come voi è un italiano di serie a, mentre chi si comporta diversamente è un cittadino di categoria inferiore. C’è una sola parola che descrive questo vostro modo di ragionare, che ormai ha i contorni di un istinto, di un riflesso pavloviano: si chiama “razzismo”. Razzismo dolce, razzismo soft, anzi razzismo «empatico e inclusivo», direste voi, convinti di avere la missione di rieducarci. Ma pur sempre razzismo. Pur sempre intolleranza verso un pensiero differente dal vostro, anzi da un approccio alla vita e alla società che non condividete.
Referendum, blitz della sinistra in spiaggia: "Prima votare, poi mare"
La sinistra irrompe in spiaggia. Il motivo? L'invito al voto per il referendum. A spiegare l'iniziativa di Europ...Parlate di «diversità», ma invece vorreste imporre conformisticamente un’omologazione di pensiero e di comportamento. Parlate di «rispetto», ma non avete alcuna considerazione per la parte avversa. Siete intimamente convinti (vale per l’Italia e vale per qualunque altra elezione in giro per il mondo) che, quando vincete voi, allora è l’alba di un nuovo giorno, la prova di una democrazia matura («yes we can», «la storia siamo noi», e così via), mentre se vincono gli altri c’è per forza un’«onda nera», una «torsione autoritaria», una «stretta di regime». Tutto da ridere, o forse da piangere.
Nello zainetto che tanti italiani stanno preparando per una piccola gita, nel costume da bagno che qualcuno sta tirando fuori dal cassetto, c’è altrettanta consapevolezza rispetto a quella di chi – né migliore né peggiore – sta cercando la sua tessera elettorale. Buon italiano l’uno, buon italiano anche l’altro. Con una differenza: l’italiano dedito al mix “nuotata & grigliata” non si ritiene superiore all’altro, mentre quello che preferisce il duo “Landini & Schlein” si reputa appartenente a una classe eletta. Vi sbagliate, compagni. Buona domenica lo stesso.