Paragon, figuraccia della sinistra sulle spiate

La società che produce il software Graphite: così abbiamo rescisso il contratto col governo. E cita Cancellato. Ma il Dis: tutto falso
di Brunella Bollolimartedì 10 giugno 2025
Paragon, figuraccia della sinistra sulle spiate
3' di lettura

Sembra la trama di un giallo, di quelli scritti da Frederick Forsyth, il romanziere inglese, ex corrispondente della Bbc noto come il maestro delle spy-story, morto ieri a 86 anni dopo una vita a scrivere di thriller e guerre sotterranee. In questo caso ci sono gli 007, italiani e stranieri, le presunte vittime intercettate che gridano al complotto nonostante l’intelligence li smentisca, una società privata di un altro Paese formidabile nel captare informazioni per conto terzi, e la sinistra che ne approfitta per attaccare il governo di centrodestra. 

Eppure, rispetto al Giorno dello sciacallo di Forsyth, il caso Paragon, che infiamma la politica, è meno avvincente sebbene ora sia nato uno scontro tra l’azienda israeliana produttrice del software Graphite e Palazzo Chigi. Il botta e risposta rischia di tenere banco per i prossimi giorni, con il Copasir, il Comitato parlamentare di controllo dei Servizi segreti, pronto a desecretare tutti gli atti su Graphite, che sarebbe stato usato per fare verifiche non solo sugli attivisti di Mediterranea saving humans, tra cui il fondatore Luca Casarini, l’armatore Beppe Caccia e il portavoce di Refugees in Lybia, David Yambio, ma, secondo Paragon, anche sul direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato, che essendo un giornalista non poteva essere controllato. Perché costoro sono stati spiati, da chi e perché, sono domande alle quali varie procure stanno cercando di rispondere.

Oltre alla magistratura, però, si è mosso il Copasir che ha audito sia i rappresentanti di Paragon che i vertici della nostra intelligence per fare luce su una storia sulla quale l’opposizione ha subito trovato un colpevole: il governo Meloni. L’accusa di Fratoianni e compagni è che la Meloni abbia deciso di far controllare, tramite il sofware spia nel telefonino, i vertici della Ong pro-migranti, e i cronisti ostili alla maggioranza, in particolare Cancellato, autore di inchieste sui giovani di Fdi. A poco è valsa la ripetuta smentita del sottosegretario Alfredo Mantovano, che ha la delega ai Servizi, il quale a marzo davanti al Comitato presieduto dal dem Lorenzo Guerini, ha escluso che Cancellato possa essere stato spiato dai nostri 007. Tutte le norme sono state rispettate, il governo non fa spiare i cronisti, ha spiegato Mantovano. E c’è di più. La settimana scorsa il Copasir ha consegnato al Parlamento 24 pagine di relazione dettagliata, frutto di una serie di audizioni, compresa quella del 9 aprile dell’avvocato Yoram Raved per Paragon. Nel documento, approvato all’unanimità, si spiega che le intercettazioni degli attivisti di Mediterranea erano state autorizzate da più presidenti del Consiglio, a iniziare da Giuseppe Conte. Quanto a Cancellato, è stato ribadito che i nostri agenti segreti non sono responsabili.

A innescare la miccia, ieri, ci ha pensato un articolo sul quotidiano israeliano Haaretz, in cui si legge che Paragon ha fatto sapere di aver «offerto sia al governo sia al Parlamento un modo per determinare se il suo sistema fosse stato utilizzato contro Cancellato in violazione della legge italiana e dei termini contrattuali». Poiché la soluzione offerta è stata rifiutata, si legge nella nota, «Paragon ha risolto i suoi contratti in Italia». E giù polemiche dal centrosinistra, con il leader di Iv, Matteo Renzi, a tuonare su questo «Watergate all’italiana».

Di fronte all’accusa mossa da Paragon, la reazione del nostro Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, è stata netta. «Nessuna rescissione unilaterale», hanno detto dal Dis. «Il 14 febbraio le Agenzie di Intelligence e Paragon Solutions hanno deciso di comune accordo la sospensione dell’uso dello spyware Graphite. In data 12 aprile 2025 si è poi pervenuti alla decisione di siglare il «documento che conclude le relazioni commerciali fra le parti, senza ulteriori richieste o incombenze». E ancora: «La proposta di Paragon era inaccettabile. Vi è stata invece la concreta disponibilità, raccolta dal Copasir, a far effettuare gli accessi informatici prima indicati, ha aggiunto il Dis. Con il Comitato presieduto da Guerini, inoltre, c’è stata «collaborazione» e prova ne sia la successiva nota del Copasir i cui membri esprimono «stupore» per quanto riportato da Haaretz. All’unanimità, i commissari hanno dichiarato che il comitato «si riserva di desecretare, in via straordinaria, il resoconto stenografico» dell’audizione con i rappresentati della società, «anche a tutela della serietà del lavoro svolto».

Alla fine, quindi, nessun giallo: l’azienda israeliana voleva intercettare installando il proprio software Graphite su strutture dell’intelligence italiana. Per ovvie ragioni di riservatezza i nostri Servizi hanno detto no e loro hanno provato a sollevare il polverone su un giornale. E Casarini e compagni hanno subito sbraitato.

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