La legislatura ha strambato, la sconfitta del centrosinistra nel referendum ha accelerato la strategia del governo per arrivare in vantaggio alle elezioni politiche. Un bis è possibile, l’obiettivo è a portata di mano, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega hanno un modus vivendi e operandi collaudato. L’intervista di Salvini a Libero oggi ne è la prova: nessuna polemica con Tajani sulla cittadinanza, un tono misurato, costruttivo, un messaggio di unità per la coalizione, la conferma dei programmi sull’immigrazione e sul fisco. Si chiama sintonia con l’elettore di centrodestra. Salvini propone la pace fiscale e fa bene, è un problema che riguarda migliaia di famiglie e imprese che la sinistra continua a considerare “ricchi che devono piangere” e non contribuenti che hanno bisogno di tempo e spazio per pagare il dovuto, senza finire gambe all’aria o dover rinunciare all’irrinunciabile, cioè mandare avanti la famiglia e tenere aperta la bottega. La demagogia della sinistra contro i piccoli imprenditori, gli autonomi, le medie imprese, sarà letale alla Schlein, certifica la totale incomprensione della vita quotidiana dei cittadini, i riti di ogni giorno, i fatti semplici, come passeggiare senza essere scippati o picchiati, mandare i propri figli a scuola senza subire il lavaggio del cervello, tornare ad avere fiducia nello Stato. La Lega ha sempre avuto amministratori locali di rango e ha dato al governo ministri importanti, uno di questi è Giancarlo Giorgetti, ieri durante il consiglio federale della Lega ha spiegato come si possa lavorare sul doppio binario della riduzione dell’irpef sui redditi medi e contemporaneamente varare la rottamazione. Il ministro dell’Economia (il migliore nell’Unione europea) è uomo concreto e prudente, se dice che c’è spazio allora si può fare. È questo che manda nel panico l’opposizione, il fatto che alla fine il governo ha la leva del potere, si tratta di un vantaggio che Giulio Andreotti aveva magistralmente fotografato con una frase rimasta scolpita nel breviario delle massime politiche: «Il potere logora chi non ce l’ha». Il Partito democratico, il Movimento Cinque Stelle, la compagnia di giro della sinistra, hanno questo problema esistenziale, sono messi all’angolo dai fatti, le loro soluzioni sono ai confini della realtà: sul fisco hanno la solita ricetta “tassa e spendi” e l’ossessione della patrimoniale; sull’immigrazione sono per le frontiere aperte e una pacca sulle spalle a chi provoca disordini e non rispetta la legge perché “è sempre colpa della società”; sulla scuola, loro antico feudo, hanno lavorato così bene che gli italiani escono dalle scuole dell’obbligo con scarse capacità di leggere, contare e scrivere; l’università, un’assoluta baronia rossa, è stata trasformata in un circo di intolleranti dove i liberali sono espulsi, silenziati, invitati a parlare altrove, ovunque ma non dove dovrebbe esercitarsi il pensiero critico; sulla famiglia sono confusi e infelici, hanno cancellato la madre e il padre, a un certo punto si sono messi a pasticciare coi sessi, ne è venuto fuori un tale guazzabuglio che in America i democratici sono caduti in rovina, mentre in Italia promuovono referendum lunari e non se li fila più nessuno; trattano le persone guardandole dall’alto in basso, hanno sempre un’idea pedagogica in testa, vogliono insegnarti le buone maniere, che coincidono sempre con un linguaggio che nasconde i problemi, falsifica la realtà e alla fine viene mascherato da crisi improvvise che scuotono le fondamenta della società. L’immigrazione è un punto cardinale della politica in tutto l’Occidente, il referendum sulla cittadinanza in Italia non solo è stato affondato dall’astensione, ma è stato respinto perfino da una quota importante di elettori di sinistra. Non è un tema da riaprire.
