Chi era davvero, Silvio Berlusconi lo ha dimostrato nei giorni di servizio sociale a Cesano Boscone. Doveva essere una umiliazione, fu un trionfo umano. Lo sottolinea Marina Berlusconi, figlia primogenita del Cavaliere, a due anni dalla sua morte. Sul Giornale vengono pubblicati gli ultimi scritti dell'ex premier, con un ricordo della presidente di Fininvest: "Scontava la pena per una condanna che non stava né in cielo né in terra, ma non lo sentii mai lamentarsi né protestare - sottolinea riguardo a quella primavera del 2014 -. Al contrario, ha vissuto quei giorni con grande positività e affetto per le persone di cui si prendeva cura. Non smise mai di sorridere. Era riuscito a trasformare un momento difficile e umiliante in qualcosa di positivo".
"Fino all'ultimo è rimasto coerente con se stesso e non ha mai smesso di difendere la tolleranza, il garantismo e la democrazia: era la sua religione della libertà, per lui il bene più prezioso", spiega Marina aggiungendo che "l'amore, inteso ovviamente nelle sue diverse declinazioni, è stato la stella polare della sua vita: di quella privata e famigliare, di quella imprenditoriale, di quella pubblica e politica. Era l'amore a collegarle indissolubilmente tra loro, come un comune denominatore".
Marina rilegge le ultime parole scritte dal fondatore di Forza Italia su fogli di bloc-notes negli ultimi giorni di ospedale. Un manoscritto di cui ha voluto fortemente la pubblicazione e di cui custodisce gelosamente l'originale. Era con lui mentre scriveva quelle righe. "Il primo desiderio di mio padre è sempre stato quello di sentirsi amato, di sentirsi apprezzato. Non capiva quelli che ambiscono in tutti i modi a 'farsi temere': era quanto di più lontano dal suo modo di essere".
Il modello Berlusconi resta quello vincente
Caro direttore, due anni fa il nostro presidente Silvio Berlusconi concludeva il proprio cammino terreno. Restano il vuo...Dalle quattro pagine emerge un manifesto liberale che Marina definisce "potente, soprattutto guardando a ciò che accade nel mondo". "È stato uno dei più convinti sostenitori di una maggiore unione tra i Paesi europei e già nel '94 auspicava una politica estera comune e una difesa comune". Un precursore, anche in quel campo. Oggi però molti considerano una maggiore integrazione europea come perdita di sovranità nazionale. Cosa direbbe il Cavaliere? "È stato tra coloro che hanno anticipato quella che si potrebbe definire una nuova forma di patriottismo - di cui c'è tanto bisogno - un patriottismo europeo, sempre ovviamente nel quadro di un legame di ferro tra le due sponde dell'Atlantico. Sono le stesse idee che hanno ispirato e continuano a ispirare Forza Italia".
Uno sguardo, quello del leader azzurro e quattro volte premier, dove la guerra è "la follia delle follie". "Leggere queste righe mentre in tre continenti imperversano violenti conflitti, mi fa pensare che se nel mondo ci fosse un po' più di Silvio Berlusconi, be' forse si starebbe meglio: ci sarebbe più buonsenso e meno sofferenza", commenta Marina. Dal manoscritto traspare quella di un uomo che per quasi metà della sua vita ha dovuto lottare per una giustizia "giusta". "La riforma della giustizia è e deve restare una priorità. Perché un Paese in cui la giustizia non funziona è un Paese destinato a fallire - sostiene -. Certo, non mi illudo che basti una riforma per restituire questo Paese alla piena civiltà giuridica, ma penso che rappresenterebbe decisamente un importante passo avanti. E poi servirebbe anche altro. Andrebbe introdotta una vera e propria responsabilità civile dei magistrati, in nome di un principio sacrosanto che dovrebbe valere anche per loro: è giusto che chi sbaglia risponda dei propri errori". Una agenda, quella di Silvio, che dovrebbe diventare quella del Paese, al di là dei colori e delle ideologie.