Il candidato alla presidenza della Regione Marche per la sinistra, l’europarlamentare dem Matteo Ricci, non ci sta. Eppure, nomen omen, la vicenda si sta facendo spinosa. Sarà per questo che l’ex sindaco di Pesaro, persona alla mano e gradevole, sabato ha perso le staffe. Incalzato da una giornalista Rai di Farwest, che gli faceva domande fastidiose sull’inchiesta “Affidopoli”, che coinvolge alcuni vertici della sua ex giunta, il bonario candidato ha fatto la faccia brutta. «Capisco che non sapete come fare in questa campagna elettorale per le Regionali, ma basta: siete al servizio di Fratelli d’Italia», è sbottato, con una rabbia quanto mai provvidenziale a non fargli rispondere nel merito.
Intendiamoci, un no comment sarebbe stato meglio, anche se implicitamente autoaccusatorio, ma almeno Ricci non ha tirato i capelli alla giornalista, come invece fece qualche mese fa Romano Prodi ai danni di Lavinia Orefici, rea di avergli posto una domanda sul Manifesto di Ventotene e la proprietà privata. Segno che le nuove generazioni sono meglio delle vecchie? La questione è aperta, perché anche se bisogna rimarcare che l’ex sindaco, a differenza del vecchio professore, non si è scusato; anzi, ha rilanciato. «La destra è terrorizzata di perdere e se ne inventa di ogni; proprio lei, che in Rai sta occupando tutte le posizioni». Chi ha negli occhi le immagini dei servizi di Report dell’autunno scorso contro il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, reo di aver scelto come capo di gabinetto un suo collaboratore al Maxxi e perfino contro la sorella, crocifissa per lo smart working al quale ricorreva per curare il figlio malato, non può condividere l’opinione del candidato progressista alla presidenza delle Marche.
L’USIGRAI DOV’È?
Ricci è troppo navigato per non sapere che nella storia delle inchieste da battaglia della nostra tv pubblica l’obiettivo conta più del contenuto. Se c’è da attaccare la destra, nessuno si scompone, è prassi. E se il malcapitato attenzionato azzarda una reazione, si trova oggetto degli strali della sinistra e di tutto il sindacato Rai. Viceversa, le rare volte che qualcuno mette il naso negli affari poco chiari della sinistra, si vede recapitare insulti anziché risposte alle proprie domande; e vigliacco se l’Usigrai, il sindacato rosso della tv di Stato, interviene una volta in difesa dei colleghi maltrattati. Insomma, la morale è che la stampa merita rispetto quando fa le pulci alla sinistra ma è schiava della politica quando le fa alla destra. È il solito doppiopesismo che i progressisti cercano, ahimé spesso con successo, di imporre all’Italia nella lettura degli eventi.
Quanto al merito della vicenda, cioè di Affidopoli, commesse per seicentomila euro con affido diretto da parte dell’ex giunta Ricci e gestite attraverso due nebulose associazioni culturali, il candidato ha provato subito a minimizzare. Il sindaco attuale ha preso le distanze da lui, ha criticato le lettere con cui il suo predecessore chiedeva sponsorizzazioni agli imprenditori e ha chiosato sibillino di «non voler essere indagato»? L’interessato liquida la vicenda come la gaffe di un inesperto che in realtà sarebbe uno dei suoi primi fan. Il predecessore a Piazza del Popolo, sede del Comune, un ex comunista, lo critica con gli stessi argomenti della giornalista di Farwest, accusandolo di essere evasivo sull’inchiesta che sta coinvolgendo alcuni suoi collaboratori per concorso in corruzione e falso ideologico?
La replica è che si tratta dell’invidia di un vecchio arnese della politica ossessionato dal suo successo. Troppo facile cavarsela così. Ricci è noto per le sue biciclettate elettorali. Bene, è tempo di pedalare. I fari della stampa puntati in faccia sono una naturale conseguenza di una candidatura a un incarico importante, non una persecuzione o una manovra politica. Uno dei cavalli di battaglia del campo largo marchigiano contro il presidente di centrodestra, Francesco Acquaroli, è nei supposti disservizi della Sanità.
La sinistra non dice che l’ospedale Le Torrette di Ancona è stato premiato dall’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari come la miglior struttura pubblica d’Italia.
Ops... Il centrodestra contrattacca su Affidopoli? Certo, almeno l’inchiesta per corruzione è un fatto; e non è detto che non arrivino sviluppi ancora più sgradevoli. Tanti Ricci, tanti capricci; ma anche tante spine.