Ci sono storie che farebbero fatica ad essere immaginate da uno sceneggiatore di film di fantascienza, eppure quello che sta succedendo a Pescara è la pura e singolare realtà. Breve riassunto: un anno fa il centrodestra vince alle elezioni al primo turno e Carlo Masci (centrodestra) si riconferma sindaco, staccando secondo arrivato, Carlo Costantini candidato del centrosinistra, di sedici punti percentuali, oltre diecimila voti. Un anno dopo il Tar su ricorso di un ex consigliera del Pd e di alcuni cittadini - ravvisa irregolarità formali in 27 sezioni elettorali (su 170). Risultato: il tribunale annulla i risultati elettorali e ordina che si rivoti in quelle sezioni. Nel frattempo il sindaco viene congelato e potrà gestire solo l’ordinaria amministrazione.
Sindaco, ma che succede a Pescara?
«Succede che chi ha perso le elezioni, invece di accettare la sconfitta, ha deciso di attaccarsi ai cavilli burocratici...». Eppure la sua vittoria è stata netta. Non è pensabile che quelle 27 sezioni possano in qualche modo ribaltare il risultato, non crede? «Ho vinto nel 95% dei 170 seggi. Nella stragrande maggioranza di essi ho superato il 50% dei voti...».
In questi giorni, qual è il suo stato d’animo?
«Sono nauseato, così come lo è la gente che ogni giorno mi ferma per strada. Ho ricevuto solidarietà anche da persone non della mia parte politica, che sono stufe di questi mezzucci e sotterfugi».
Prima di entrare nel merito della questione, ci dice cosa succederà ora in Comune?
«Ho davanti due strade. La prima è quella di riconvocare subito le elezioni in questi 27 seggi, così i pescaresi potranno riconfermare il loro voto a mio favore e la facciamo finita. L’altra è quella di ricorrere al Consiglio di Stato, chiedere la sospensiva della decisione del Tar e poi aspettare le motivazioni e agire di conseguenza, chiedendo l’annullamento della sentenza del tribunale amministrativo».
Sindaco ha deciso quale delle due strade intraprendere?
«Ne sto discutendo con la mia maggioranza, che ringrazio perché anche in questo frangente si è dimostrata compatta al mio fianco. Decideremo nei prossimi giorni...».
Nel frattempo lei resta in carica, potrà fare atti solo di ordinaria amministrazione...
«Ed è un problema, perché Pescara è in un momento d’oro. Con i fondi del Pnrr abbiamo progettato opere per centinaia di milioni che la città aspettava da decenni. Così si rischia di fermare tutto».
Torniamo al Tar. Cosa viene imputato ai presidenti di seggio?
«Errori formali nella compilazione dei verbali, che evidentemente per il tribunale amministrativo contano di più della volontà espressa dagli elettori».
La sinistra però dice che quei presidenti li ha nominati lei e che, insomma, magari...
«Guardi, questa è la cosa che mi offende di più. Pensare che io abbia nominato delle persone perché mi favorissero. Anche perché non è vera. Gliela faccio breve: i presidenti vengono nominati dalla Corte d’Appello. Il giorno prima delle elezioni 95 di essi hanno rinunciato e ne sono stati nominati altri 95 sempre dalla Corte d’Appello. Il sindaco interviene solo - pescandoli da una lista blindata - nel caso in cui la mattina delle elezioni qualcuno di essi non si presenti ai seggi».
Ed è successo?
«Ne ho nominati 24 su 170. E sa quanti di questi erano presidenti nei seggi contestati? Cinque...».
Insomma, nessun favoritismo...
«Anzi... è evidente che da questa situazione l’unico ad essere stato danneggiato sono io...».
Prova amarezza?
«Sì, per me, ma soprattutto per Pescara che non si merita di essere additata come la città dei brogli. In questi anni, tra Covid e Pnrr, ho lavorato anche 20 ore al giorno, mettendoci tutto me stesso e i pescaresi me l’hanno riconosciuto con una vittoria abissale al primo turno».
Che idea si è fatto della situazione?
«Che il sistema elettorale non funziona. Anzi le posso dire che, indipendentemente da come finirà questa storia, scriverò al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e al Parlamento. Perché si rischia la paralisi amministrativa e non solo a Pescara».
Perché dice che il sistema elettorale non funziona?
«Se passa il principio che basta un errore di un presidente per invalidare le elezioni in un’intera sezione, da domani tutte le elezioni di ogni ordine e grado saranno a rischio impugnazione. È logico che chi perderà si metterà a fare ricorsi su ricorsi, bloccando l’intero sistema».
Come si esce da questa situazione?
«Il problema è che i presidenti di seggio non possono essere scelti tra volontari che, molto spesso, sono inesperti di procedure amministrative elettorali. Per questo al Parlamento chiederò che i presidenti vengano nominati tra i funzionari dello Stato, che sono preparati a gestire documenti e verbali. I cittadini non posson o andare a votare sapendo che la loro scelta può essere inficiata a causa di errori commessi da persone inesperte».