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Sinistra e Fnsi ci attaccano per avere detto la verità

Il sindacato della stampa contro Libero, reo di avere scritto che Articolo 21 è guidata da esponenti di area Pd. Ma non era per la libertà d’espressione?
di Giovanni Sallustimercoledì 2 luglio 2025
Sinistra e Fnsi ci attaccano per avere detto la verità

3' di lettura

Prima regola del gioco: mai svelare le regole del gioco. Sembra uno scioglilingua, è il dogma preliminare condiviso da tutti gli appartenenti a quella bolla che sta all’incrocio tra la Ditta parapolitica progressista, il giornalismo organico, le punte avanzate della magistratura ideologizzata, i pezzi di Deep State più arroccati rispetto alla volontà popolare (specie quando questa esprime le maggioranze di governo, dove andremo a finire signora mia).

Ebbene, ieri Libero si è permesso di squarciare il velo di Maya della loro ipocrisia, e di mostrare come quel che la bolla ti impacchetta quale neutrale sia in realtà parzialissimo. Essì, l’osannatissima relazione dell’Ufficio del Massimario della Cassazione (che in questi giorni si colloca un gradino sopra l’Oracolo di Delfi) contro il decreto sicurezza, sventolata a Giornaloni Unificati come parere asetticamente tecnico, è frutto anche di un dichiarato copia&incolla dall’appello contro il provvedimento dell’associazione Articolo 21, inequivocabilmente schierata a sinistra. Libero si è limitato a riportare quest’evidenza fattuale, insieme alle biografie altrettanto fattuali del fondatore e coordinatore di Articolo 21 Giuseppe Giulietti (già parlamentare Ds e Italia dei Valori, già segretario del sindacato Usigrai, già presidente della Federazione Nazionale della Stampa), dell’attuale presidente Paolo Borrometi (consigliere della Fnsi), dei Garanti della stessa Vincenzo Vita (ex senatore Ds) e Roberto Natale (anch’egli ex segretario Usigrai ed ex presidente Fnsi, è un Tetris che torna sempre nelle stesse caselle, o più semplicemente una compagnia di giro). In un’ottica anche solo passabilmente liberale, il tema sarebbe: ma l’ufficio studi della Suprema Corte sforna report contro il governo, basandosi sul materiale allestito da enti riconducibili a conclamati avversari politici del governo stesso?

Gli interessati, tutto tranne che sprovveduti, sanno che lo strappo nella cornice istituzionale e democratica è vistoso, e si giocano l’unica carta che rimane loro, provano a ribaltare il tavolo (e la logica). Il problema non è la stortura, è Libero che la racconta. Scende allora in campo la stessa Fnsi, tramite nota inverosimilmente indignata della sua segretaria generale Alessandra Costante: «Oggi Libero attacca Articolo 21, sostenendo che l’associazione sia in mano a sindacalisti Pd» (tesi inspiegabilmente bizzarra, in effetti). Segue ammonimento esplicito a questa testata: allineatevi. «Suggerirei al direttore Mario Sechi di provare a impegnarsi anche lui per la libertà dell’informazione», cioè la libertà di dare informazioni gradite al luogocomunismo sindacalese. Arriva anche il comunicato vibrante di Articolo 21: «Il commento di Libero, che parla di amichettismo a proposito del nostro ruolo-difficile dire che i protagonisti di questa storia provengano da ambienti culturalmente eterogenei, ndr- è niente altro che la dimostrazione di un’insofferenza verso la libertà di espressione”. Semmai, di un’insofferenza verso il salto indebito per cui la loro libera espressione diventa oggettività tecnica, il pre-giudizio politico assume i contorni rarefatti della sapienza giuridica. Un’acrobazia in cui questi sacerdoti laici insistono, tanto da definire il decreto sicurezza «una legge oggettivamente repressiva» e «inconciliabile con la democrazia».

Oggettivo è quel che stabilisce il Comitato dei saggi di Articolo 21 (ai bei tempi era il Comitato Centrale), quanto alla democrazia, ça va sans dire, è la loro democrazia, è una pseudo-oligarchia decorata con i buoni sentimenti. Soprattutto, sentimenti “antifascisti” fuori tempo massimo. Scrive Enzo Nucci sul sito dell’associazione: «Indossiamo orgogliosamente i paraocchi dell’antifascismo, e confessiamo di avere qualche problema muscolare al collo che ci impedisce di girarci verso destra. Sempre e a prescindere». A destra c’è il fascismo, sempre e a prescindere. A sinistra ci sono l’oggettività, la democrazia e loro che le custodiscono. Come scrive sui suoi social il presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani, che si è precipitato in soccorso dei predecessori (ma non chiamatelo “amichettismo”, al massimo sarà “conoscentismo”): «L’attacco di Libero ad Articolo 21 è la prova del fondamentale ruolo in difesa della libertà e dei diritti che questa Associazione svolge da 20 anni». Non c’è dubbio: la libertà di imporre le proprie regole, e il diritto che diventino ipso facto le regole del gioco. Se vedi il trucco, sei fascista.