I compagni s’indignano e criticano il governo ma la legge sui Cpr l’hanno fatta loro

Si indignano molto facilmente, i progressisti. Solo che poi, piuttosto spesso, finiscono per fare una figuraccia
di Alberto Busaccasabato 5 luglio 2025
I compagni s’indignano e criticano il governo ma la legge sui Cpr l’hanno fatta loro
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Si indignano molto facilmente, i progressisti. Solo che poi, piuttosto spesso, finiscono per fare una figuraccia. L’ultimo caso è proprio di questi giorni, e riguarda la polemica sui Cpr (Centri di permanenza per i rimpatri), dopo che la Consulta, in una sentenza, ha stabilito che la disciplina vigente sul trattenimento in queste strutture non rispetta la riserva di legge in materia di libertà personale. La sinistra, come detto, è subito insorta, andando all’attacco del governo. «I Cpr», ha detto Marco Grimaldi, di Alleanza Verdi Sinistra, «sono un buco nero del diritto. Di soldi pubblici. Di disumanità. Non rispettano la carta costituzionale, non rispettano il diritto internazionale. Luoghi di segregazione e di sospensione del diritto che vanno chiusi». La Corte costituzionale, ha aggiunto il leader di +Europa, Riccardo Magi, «conferma quanto abbiamo sempre sostenuto: i Cpr sono luoghi di coercizione fisica».

«Tra Consulta, Corte di Cassazione, Tar e singoli tribunali», ha aggiunto, «tutte le misure varate da questo governo su migranti e sicurezza sono state demolite sotto il profilo giuridico: Meloni si fermi perché sta calpestando il diritto e la legalità». E poi Debora Serracchiani, responsabile giustizia del Pd: «Dopo la sentenza della Consulta si fanno sempre più pesanti e urgenti le ragioni per chiudere il Cpr di Gradisca e tutte le strutture simili. La sanzione dell’illegittimità costituzionale della detenzione amministrativa si somma alle note e più volte segnalate criticità sanitarie, di gestione e di agibilità delle strutture. Siamo di fronte alla sconfessione di una politica che adotta metodi irrispettosi della dignità della persona, che hanno dimostrato di non funzionare e che in più creano condizioni di maggiore insicurezza alla comunità». Non solo. Della questione si è occupata anche un’altra dem, l’eurodeputata Cecilia Strada, che ha polemizzato con Carlo Calenda dopo che il leader di Azione ha detto che in Italia servono più Cpr: «Evidentemente Calenda non conosce i Cpr italiani, che sono un girone dell’inferno dove puniamo chi è stato prima usato dal sistema Italia come schiavo. Così come immagino non conosca le violazioni dei diritti umani primari perpetrate ogni giorno».

Ecco, stando alle ricostruzioni progressiste la situazione sembra chiara: la destra cattiva usa i Cpr per portare avanti le sue politiche contro i migranti, mentre la sinistra buona si oppone con forza alla quotidiana violazione dei diritti umani. C’è qualcosa, però, che da quelle parti continuano a ignorare. C’è un dato di fatto che i compagni fanno semplicemente finta che non esista. Quale? Semplice: i Cpr sono stati creati dalla legge Turco -Napolitano nel 1998, ai tempi del primo governo Prodi. Ed è stata ideata proprio da due ministri di quell’esecutivo: Giorgio Napolitano (Interno) e Livia Turco (Solidarietà sociale). La pronuncia della Corte costituzionale, come spiegato anche dal Viminale, evidenzia quindi un problema che c’è da tempo (senza tuttavia mettere in discussione la legittimità dell’utilizzo dei Cpr per il rimpatrio dei migranti irregolari). Bene. Appuntino per le prossime volte: prima di stracciarsi le vesti e attaccare il governo Meloni, gli esponenti del centrosinistra si ricordino almeno di dare un’occhiata al loro album di famiglia...

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