Generale Vannacci ancora scatenato su Carola Rackete: "Ascella villosa, che problema c'è?"

venerdì 11 luglio 2025
Generale Vannacci ancora scatenato su Carola Rackete: "Ascella villosa, che problema c'è?"
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Roberto Vannacci torna sul post al centro della polemica. Qualche giorno fa, alla notizia che Carola Rackete si dimetteva dal Parlamento europeo, l'esponente della Lega ha pubblicato una sua foto. A corredo il commento: "Carola Rackete si dimette dal Parlamento europeo. Non ci mancherai! Ora speriamo che anche Ilaria Salis e Mimmo Lucano seguano l’esempio". A far discutere, però, la foto da lui utilizzata. Nell'immagine si vede l'attivista con un vestito rosso e le gambe non depilate. 

Una scelta che ha spinto alcune testate come il Corriere della Sera attaccare il generale: l'accusa? Quella di sessismo. Eppure Vannacci si difende: "Se una signora, o chiunque altro, decide di esporre pubblicamente una caratteristica fisica, che sia un décolleté, un bicipite scolpito o, in questo caso, dei peli sulle gambe, sta facendo una dichiarazione. Ne va fiera, è una sua scelta deliberata. E come tale, va trattata. Perché mai dovremmo usare due pesi e due misure?".

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E ancora, intervistato dal Tempo: "Se si esalta la bellezza di una scollatura, perché ci si dovrebbe scandalizzare se si commenta un’ascella villosa messa volontariamente in primo piano? La logica non ammette inversioni a 'U' a seconda della convenienza ideologica. Non c'è nulla di sessista, ma solo la constatazione di una scelta estetica esibita con orgoglio". Per Vannacci "il vero problema è questo tentativo costante di creare categorie protette e intoccabili, di stabilire cosa si può dire e cosa no, basandosi non sulla logica, ma su un'ideologia fragile e contraddittoria. Se si sceglie la via della pubblica esibizione, bisogna accettarne le conseguenze, compreso il fatto chele persone osservino, commentino e, perché no, critichino. Il corpo è uno, e la coerenza dovrebbe essere una".

E proprio la Rackete, insieme a Mimmo Lucano e Ilaria Salis, costruiva quell'"asse ideologico, costruito su un politicamente corretto tanto fragile quanto arrogante. E come tutti i castelli di carte, al primo soffio di realtà, crolla miseramente. Non mi sorprende, è la naturale conseguenza di azioni e candidature che non avevano nulla a che fare con la competenza o il bene comune, ma servivano solo come manifesto di una certa sinistra radical chic". 

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