Quattro ore di faccia a faccia. E, alla fine, due note (una del presidente uscente, Eugenio Giani, una della segretaria, Elly Schlein) che dicono e non dicono, come nella migliore tradizione del politichese. Il senso del faccia a faccia tra il governatore uscente della Toscana e la leader dem cambia a seconda di chi si sente: per i dem vicini a Giani il Nazareno ha di fatto accettato la ricandidatura del governatore, facendo buon viso a cattivo gioco.
Per quelli vicini alla segretaria, «Elly ha rimesso in riga Giani, che si affida al partito». In entrambe le note si fa riferimento al «progetto condiviso», alle «alleanze», a sottolineare che la ricandidatura di Giani comunque è dentro l’idea, fortemente perseguita dalla segretaria, che in tutte le sfide regionali del prossimo autunno bisogna perseguire il disegno di avere un centrosinistra largo. Perché il vero nodo è questo: Giani andrebbe anche bene, il problema è che non va bene a M5S e Avs. Per quanto tutti sanno che in Toscana il Pd vincerebbe anche senza i Cinquestelle.
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L’ermeneutica del faccia a faccia va letta, dunque, tra le righe dei due comunicati. Il primo a uscire è stato quello del governatore uscente che ha parlato di «un incontro proficuo, segnato da una piena condivisione del quadro politico con la segretaria Elly Schlein, i membri della segreteria nazionale Igor Taruffi e Marco Furfaro, e il segretario regionale Emiliano Fossi, con i quali ho lavorato in stretta sinergia negli ultimi mesi». Quindi, la frase clou: «Affido alla segretaria nazionale e al segretario regionale la guida del percorso politico che ci porterà a presentare alla Toscana un progetto all’altezza della sua storia e del suo futuro.
Da parte mia, ne rispetterò le decisioni e la conclusione, offrendo la mia massima collaborazione». «Affido» e «rispetto». Ma il soggetto è “io”. Un modo per non delegittimare il nazionale e il regionale riconoscendone, comunque, il ruolo, pur ribadendo la propria candidatura. Giani ribadisce che il suo intento in fondo è lo stesso di quello di Schlein: «Costruire un progetto politico largo, unitario e credibile».
Seguiva la nota di Igor Taruffi, responsabile organizzazione del Pd, che parlava di «incontro positivo», servito a «fare un punto sui più importanti dossier che riguardano la Toscana». In più, si aggiungeva la condivisione «con il Presidente» della «discussione con le altre forze politiche sulle alleanze per le regionali» per «costruire le proposte e l’alleanza migliore per assicurare alla Toscana il governo per i prossimi anni». Tradotto: va bene se ti ricandidi, ma facciamolo cercando di coinvolgere tutti gli alleati del centrosinistra. Che poi è il cruccio di Schlein: bisogna andare insieme (con M5S e Avs) ovunque.
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Al di là della Toscana, l’incontro è stato indicativo del frangente in cui si trova il Pd di fronte alle sei sfide regionali che si terranno in autunno: da una parte Schlein ha bisogno di mettere in campo i nomi più forti, quelli in grado di vincere (al di là dell’appartenenza). E, per sua sfortuna, sono quasi tutti di area riformista. Dall’altra vorrebbe usare queste elezioni per due obiettivi strategici: collocare in punti nevralgici uomini o donne a lei più vicini e stringere i bulloni dell’alleanza che sarà necessaria per le elezioni politiche. «Stiamo lavorando in tutte e sei le regioni che vanno al voto per costruire le alleanze più inclusive e competitive per battere queste destre», ha detto, infatti, al Tg3.
Ma i dossier aperti sono ancora tanti. In Campania ancora non si è chiuso su Roberto Fico, che è la scelta del M5S a cui, però, dovrebbe corrispondere analoga disponibilità a sostenere i candidati dem nelle altre regioni, Toscana compresa. Vincenzo De Luca, governatore uscente della Campania, ha iniziato a trattare direttamente con Giuseppe Conte (si sono visti a Roma). Le contropartite sono la prosecuzione di progetti avviati dal governo campano, ma anche (e qui è coinvolta Schlein) la ricandidatura del figlio Piero. Poi c’è la Puglia, dove il progetto di richiamare da Bruxelles Antonio Decaro sta traballando per via dell’intenzione di Michele Emiliano, governatore uscente, di ricandidarsi come consigliere regionale, prospettiva che rischierebbe di porre una tutela sul presidente eletto. Insomma i compiti delle vacanze, per Elly, non sono pochi. E nemmeno semplici.