Gergiev, Mara Carfagna contro De Luca: "Con quali soldi?"

di Lorenzo Cafarchiomercoledì 16 luglio 2025
Gergiev, Mara Carfagna contro De Luca: "Con quali soldi?"
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Non si arrestano le polemiche attorno all’esibizione prevista per il prossimo 27 luglio a Caserta - inserita all’interno della rassegna “Un’Estate da Re” - che il direttore d'orchestra russo, Valerij Gergiev, terrà nell’incantevole scenario della Reggia vanvitelliana. Intelligenza con il nemico, dicono, perché l’artista 72enne nato a Mosca è uno stretto osservante della politica imperialista di Vladimir Putin.

Un caso divenuto di Stato. Dopo le parole dei giorni scorsi ieri la politica, locale e nazionale, è tornata sul caso. Mara Carfagna, segretario di Noi Moderati, ha annunciato un’interrogazione al ministro degli Affari europei, Tommaso Foti. «Chi ha organizzato l’evento», afferma la Carfagna, «a quali costi e con quale compenso»? Chiede l’onorevole a gran voce, sottolineando inoltre se sia «opportuno che i Fondi di Coesione siano utilizzati dal governatore De Luca per offrire un palcoscenico all’artista di riferimento del Cremlino». Il bersaglio del fuoco delle dichiarazioni è il governatore campano. «Con la firma dell’Accordo», conclude, «la Campania ha ottenuto fondi per quasi 3,5 miliardi di euro».

Anche il Codacons ha caricato a testa bassa. «Se il concerto non sarà annullato siamo pronti a presentare ricorso al Tar del Lazio per sospendere qualsiasi finanziamento concesso dall’amministrazione». Addirittura profetizzando il «boicottaggio dell’evento». Il presidente Vincenzo De Luca ha invece posto l’accento sul fatto che Gergiev «non è un decisore politico». Anzi ha rilanciato dichiarando che dal 2022 la regione con capoluogo Napoli è stata l’unica «istituzione che ha promosso iniziative per la pace quando tutti dormivano in piedi». Piccato ha puntato il dito asserendo che tutti dialogano con Putin «da Macron a Trump, agli inviati» dello stesso presidente Usa «con grande cordialità». Domandando «cosa proponete? Di chiudere anche i canali di comunicazione» con Mosca? La musica resta, l’efferatezza in Ucraina pure, ma anche la censura non scherza.

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