Da super commissario di Expo a sindaco commissariato da Pd e sinistra verderossa: Beppe Sala ha deciso di portare a termine il suo mandato nonostante il ridimensionamento. Ma il centrodestra guarda già oltre, pensando alle comunali che, magistratura permettendo, saranno tra meno di due anni. La maggioranza che sostiene il primo cittadino è stata chiara: serve un cambio di rotta sull’urbanistica. Stop agli investimenti, stop allo sviluppo, stop alle costruzioni. Una linea massimalista, la strada auspicata da Pierfrancesco Majorino, l’uomo di Elly Schlein a Milano. Ma, di certo, non la posizione auspicata da Azione.
Subito dopo il discorso del sindaco, quindi, Antonio Tajani non ha perso tempo e ha teso ufficialmente la mano a Carlo Calenda: «Lancio anche un appello ad Azione e a Carlo Calenda - ha detto il leader di Forza Italia- perché con un candidato civico potremmo trovare anche il consenso, così come è successo in Basilicata, di una forza che non è del centrodestra, ma che su un progetto per una città come Milano, potrebbe ritrovarsi con un candidato civico sostenuto dal centrodestra». Per il segretario azzurro è indispensabile «allargare i confini del centrodestra», puntando, insieme al centro rappresentato dal partito dell’ex ministro dello Sviluppo Economico, «sul consenso della borghesia produttiva della città, sul mondo riformista». Un invito a staccarsi dal campo largo, ormai ridotto a coalizione di sinistra-sinistra, che già era stato lanciato dal coordinatore lombardo degli azzurri Alessandro Sorte.
Beppe Sala, "non mollo". Tancredi si dimette, Milano trema
Qui Milano, riflettori puntati su Palazzo Marino, dove alle 16.30 il sindaco Beppe Sala è intervenuto in Consigli...Il deputato, strenuo sostenitore dell’allargamento del centrodestra, era arrivato addirittura ad “offrire” al partito di Calenda l’eventuale poltrona del vicesindaco. Ora, con la presa di posizione di Tajani, la suggestione di Sorte assume contorni molto più definiti, diventando a tutti gli effetti un tema di carattere nazionale.
E il nome? Per ora Tajani non vuole sbilanciarsi. Ma confessa: «Qualche idea ce l’ho». Certo, l’eventuale convergenza con Azione sposterebbe non poco gli equilibri nel centrodestra, obbligando la coalizione di governo a propendere per quel candidato civico che da tempo viene invocato da Forza Italia. Attenzione però a non commettere l’errore della sinistra con Toti: «Credo che per Milano bisogna lavorare tantissimo perché non è mai scontata la vittoria. Ricordiamo quello che accadde con la sinistra in Liguria, pensavano di vincere, e invece hanno perso», è stata la chiosa del vicepremier. Il “laboratorio Milano” è aperto: ora la palla passa a Calenda che dovrà decidere se abdicare a Schelin e Majorino o scommettere su un rilancio della città al fianco del centrodestra.