Milano, la sinistra si schiera coi tendini? Ma ferma i nuovi studentati

di Simona Bertuzzigiovedì 24 luglio 2025
Milano, la sinistra si schiera coi tendini? Ma ferma i nuovi studentati
4' di lettura

Ieri Angelo Bonelli (Avs) citava il ragazzo della via Gluck, «là dove c'era rba oggi c’è un grattacielo». Tanto er dire dell’umore che serpeg- a istra rispetto all’inchiesta che ha lto Milano e al cambio di pas- che gli alleati imporranno a Sala adesso che le dimissioni sono conge- e il peggio (forse) è scongiurato. Una soluzione urbana che stando al issi generale vorrebbe far ta- a delle costruzioni presenti e future e riportare Milano all’epoca ca: aree dismesse, luna park ti, disperati che occupano ogni golo buio perché l’imperativo è re il mattone e la gentrificazio- della città. In soldoni si va verso una alisi dell’edilizia che farà spa- ano dai radar degli investitori e creerà anche la dismissione di quei progetti considerati essenziali. Uno su tutti gli studentati. Di due giorni fa la ia che sono stati congelati tre progetti da 1.530 posti letto già am- al finanziamento del Ministero versità e della Ricerca con fondi l Pnrr per l’impasse generale anistica milanese che avreb- into il gestore a rinunciare. E non è istero che sotto la lente dei pm del nuovo filone di indagine siano finiti proprio quei piani edilizi in cui l’interesse pubblico si mischia al privato nel timore che si faccia passare per servizi, e dunque bene della collettività, quello che in realtà è un vantaggio esclusivo del costruttore.

Di qui la virata della sinistra, che come sempre fa di ogni erba un fascio e rispolvera il vecchio mantra dello sviluppo green e della rigenerazione sostenibile per fermare in realtà la crescita della città e tornare all’anno zero dell’urbanistica. Insomma, ci hanno detto per anni che gli studentati erano essenziali ma potrebbero non esserlo più adesso che sullo sfondo c’è l’occhio dei pm e la sinistra estrema preme per imporre la sua visione terzomondista. Memoria corta i democratici. Eppure era solo il maggio 2023 quando una studentessa di ingegneria (Ilaria Lamera) mise le tende nel piazzale antistante il Politecnico meneghino per contestare il caro affitti che affliggeva la città costringendo i ragazzi a sforzi disumani per pagare una stanzetta e mantenersi agli studi.

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Non c’era nulla di particolarmente epico nella sua battaglia – siamo stati studenti tutti e abbiamo fatto i pendolari senza fare un plissé - ma la sinistra non si lasciò sfuggire l’occasione e mandò i suoi uomini in avanscoperta per portare la solidarietà del partito e sposare la causa degli universitari. Il prode Majorino addirittura si spinse sotto i platani di piazzale Leonardo da Vinci per far parlare Ilaria al telefono con la segretaria dem Elly Schlein che seguiva la protesta a distanza e ne era stata travolta. Mentre l’allora assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran ne fece un mantra. La mission era segnata, “mi casa es tu casa” e se non ci sono i posti letto bisogna crearli. Dunque i cortili, le aule e poi anche le piazze si riempirono di giovani e collettivi improvvisamente rinvigoriti dall’odor di rivolta. Non studiavano più ma occupavano la qualunque.

Naturalmente il problema esisteva eccome. Si trattava solo di capire come declinarlo. Con la protesta. O con i progetti. E Regione Lombardia si mise di buzzo buono. Investendo soldi, tempo ed energie. Oggi studentati sono sorti un po’ dovunque. Carta canta, e soprattutto parlano i finanziamenti. Venti e poi 30 milioni di fondi regionali (su 118 complessivi) per l’ampliamento del campus Bovisa Polimi; 6 milioni per il nuovo campus delle Arti dell’Accademia di Brera ex scalo Farini (su 12 di costo complessivo); 130 milioni su 337 per il nuovo campus UnimiMind. E siamo solo a Milano... A Pavia la Regione ha finanziato il nuovo campus IUSS (5 milioni su 15 di costo complessivo) e il campus della salute Unipv (6,5 milioni su 17 e rotti); a Bergamo ha investito 15 milioni (su 30,3) nella nuova residenza per studenti presso le ex caserme Montelungo Colleoni mentre a Cremona ha destinato 1,7 milioni per il nuovo polo dell’Università Cattolica ex monastero di Santa Cremona. Anche a Monza sorgerà uno studentato.

Complessivamente si parla di un incremento di 3.094 posti letto da legge 338/del 2000. E di 1.745 da incrementi del Pnrr con Sala che non più tardi di aprile scorso salutava i progetti di Mind e del Villaggio Olimpico (lì sorgeranno 1.700 posti letto) come una benedizione in una città di 70.000 studenti fuori sede, ma alloggi universitari per poco più di 10.000 posti. D’altronde per chi tifava tendini la moltiplicazione dei campus dovrebbe essere una buona notizia. E invece no: oggi sono tutti sulle barricate. Anzi sulle ruspe che fermeranno i cantieri. Non è passato per la testa a nessuno che l’offerta condizioni la domanda. Se non c’è disponibilità di alloggi i prezzi crescono. Oggi a Milano si viaggia dai 500 ai 2.000 euro per una cameretta con servizi. C’è il rischio concreto che la forbice si sposti sui 2mila se spariscono gli studentati. Ma è il famoso bagno di realtà che la “sinistra-sinistra” non fa mai. E adesso che ha il bandolo della matassa in mano e pure le sorti di Palazzo Marino, non le pare vero di poter giocare la partita e ricondurre Milano al Medioevo dell’edilizia.

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