«Mi pare che il Movimento 5 Stelle, che è completamente in affanno, si sia ridotto ad attaccarsi, come una bombola d’ossigeno, alla demagogia più becera. Fatta di mistificazioni e fake news». È molto perentorio Fabio Rampelli, vice presidente della Camera e deputato di Fratelli d’Italia, al telefono con Libero. Su di lui si è abbattuta una polemica in questi ultimi giorni, su innesco dei pentastellati. L’accusa, voler riportare i vitalizi per gli ex deputati e aumentare di mille euro l’indennità di chi siede a Montecitorio. «Peccato non sia vero nulla!», ribatte lui.
Come nasce tutto questo?
«Vorrei innanzitutto specificare un dato storico: il vecchio regime dei vitalizi lo ha cancellato il centrodestra, nel 2011. E c’ero anche io. Si volle dare un segnale di riforma su un privilegio per ricostruire un rapporto di fiducia con i cittadini e le istituzioni, dopo il caso “Rimborsopoli”. Così introducemmo il sistema contributivo per i trattamenti pensionistici degli ex parlamentari. Anche il blocco degli adeguamenti Istat delle indennità è stato fatto dal centrodestra. Dunque, sostanzialmente votai contro i miei stessi interessi. Ma l’ho fatto convintamente ed è molto più nobile che farlo in astratto, quando il fatto ti coinvolge direttamente. Era un segnale da dare in quel momento. Questo per dire che mentre il Movimento 5 Stelle, che a quel tempo nemmeno era alle Camere, parla, chiacchiera, noi le cose le facciamo».
Veniamo all’altra questione. Lei è accusato di voler aumentare di mille euro l’indennità dei deputati...
«Ma non è vero! Questi mille euro non esistono, non ci sono proprio. Io volevo un ordine del giorno per equiparare gli stipendi dei dipendenti della Camera a quelli di altre Amministrazioni, il Senato in primis. Sa perché? Perchè la Camera bandisce dei concorsi, ognuno dei quali costa 200mila euro. Assumiamo documentaristi, archivisti, manutentori, assistenti parlamentari... Successivamente li formiamo, e sono altre spese. Quando arrivano all’apice della formazione vanno in altre amministrazioni, dove sono pagati meglio. E noi dobbiamo ricominciare daccapo. Si tratta di un tema che è mio dovere affrontare, anche in quanto responsabile del Comitato Affari del Personale».
Tutto chiaro, come si arriva, però, ai parlamentari?
«Qui viene il bello. Gli uffici preparano un ordine del giorno in cui si affronti tutto questo: equiparare gli “istituti comuni” di Camera e Senato. Nella bozza vengono indicati questi “istituti” da equiparare e tra questi ci sono anche i parlamentari. Non corrispondendo questo pensiero alla mia volontà originaria non ufficializzo l’ordine del giorno, non è mai stato nel fascicolo. È stata comunque presa la bozza trasmessa al collegio dei questori, dove peraltro siede un componente del Movimento 5 Stelle, ed è stato creato questo caos ignorando il fatto che quella bozza era stata ripudiata dal suo ispiratore. Si trattava, però, di una bozza informale che doveva rimanere riservata, perché un atto fin quando non è ufficializzato non esiste. E io non l’ho ufficializzato in quanto non corrispondente alle mie intenzioni. Purtroppo un tema importante, come le ho spiegato, è stato ridotto a questione di polemica politica che non aveva proprio ragion d’essere».
A livello politico sembrava essere tornati ai tempi in cui c’erano gli scontri sulla “casta”. Che impressione le ha dato tutto questo?
«Il Movimento ha perso argomenti, ha perso totalmente la credibilità e dunque rispolvera il vecchio tema dell’antipolitica per cercare di recuperare un po’ di consenso. Peraltro, non hanno nemmeno il minimo senso delle istituzioni. Va osservato che l’ufficio di presidenza, il Collegio dei Questori sono contesti in cui l’approccio dovrebbe essere istituzionale, si dovrebbe pensare alla buona amministrazione. Non dovrebbero esserci questioni ideologiche o di fazione. E fa un po’ sorridere che il Movimento 5 Stelle continui a sbandierare la questione dei costi. Ricordo che hanno sprecato 220 miliardi di Superbonus, strumento utilizzato per restaurare ville e castelli. A questo aggiungiamo anche qualche decina di miliardi per il reddito di cittadinanza. Non sono credibili. Mentre noi in questo bilancio della Camera abbiamo avuto un risparmio di 50 milioni di euro».