Il complicato rapporto del Pd con la coerenza

Un lettore di Libero: "I progressisti italiani sostengono Ursula ma accusano Meloni". La risposta di Libero
di Fausto Cariotimercoledì 30 luglio 2025
Il complicato rapporto del Pd con la coerenza
2' di lettura

Pubblichiamo "Posta prioritaria", la rubrica delle lettere dei lettori di Libero curata da Fausto Carioti.

Caro Carioti, la figura umiliante fatta dalla presidente della Ue in Scozia, i risultati penalizzanti dei dazi imposti dagli Usa all’Europa, sono responsabilità di un esecutivo europeo sorretto da una maggioranza guidata da Ppe e Socialisti, in cui il Pd italiano è una costola fondamentale. Sono sorpreso che i progressisti italiani, ignorando questo particolare, da loro ritenuto marginale, accusino Giorgia Meloni di un accordo che ritengono fallimentare. Lei cosa ne pensa?
Pierfranco Faletti

Caro signor Faletti, io non sono sorpreso. Non perché l’enorme contraddizione che lei indica non esista, ma perché la mancanza di coerenza e di responsabilità per le scelte assunte è la caratteristica principale del Partito democratico di Elly Schlein. Ha visto come tanti esponenti del Pd hanno rinnegato la separazione delle carriere dei magistrati: dicevano che era la prima cosa da fare per raddrizzare la giustizia, ora gridano all’attentato alla Costituzione. Con le stesse facce e la stessa etica scaricano la colpa del risultato della trattativa (che poteva essere assai peggiore, peraltro) su Meloni, la quale si è messa nelle mani della Commissione Ue, come hanno fatto il governo socialista spagnolo del loro compagno Pedro Sánchez e tutti gli altri, perché non vi erano alternative. A sinistra volevano che fosse l’Unione, e non i singoli Stati nazionali, a trattare con Donald Trump, e siccome questo prevedono i trattati europei così è avvenuto. E dicevano che l’Italia meloniana non contasse nulla in Europa: adesso accusano il governo di Roma di aver avuto un’influenza tale da pesare più di quelli tedesco, francese, spagnolo eccetera, al punto da essere decisivo nell’esito della trattativa. E tutto questo nella speranza di contendere a Giuseppe Conte gli elettori più ignoranti e sprovveduti, gli unici che potrebbero abboccare a una ricostruzione così ridicola. Molti si chiedono perché il Pd, assieme ai suoi alleati Socialisti degli altri Paesi, non “sfiduci” von der Leyen: proprio perché significherebbe ammettere che la responsabilità è della Ue e perché, dopo pochi mesi, rischiano di trovarsi a Bruxelles una maggioranza composta dal Ppe e dai partiti alla sua destra. Sulla carta i numeri ci sono, e ci sarebbe anche molto da divertirsi.

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