L'aria che tira, Simone Leoni spiana Pd e M5s: "Provo tenerezza"

di Claudio Brigliadoridomenica 3 agosto 2025
L'aria che tira, Simone Leoni spiana Pd e M5s: "Provo tenerezza"
2' di lettura

 «Avete bisogno di consulenti per la moralità e la legalità? I 5 Stelle si possono proporre anche sull’altro fronte...». Provoca un po’, Francesco Magnani, commentando a L’aria che tira su La7 la telenovela Ricci-Pd-M5s, con il candidato governatore (indagato) confermato solo dopo il semaforo verde di Conte.

In studio c’è Simone Leoni, leader di Forza Italia Giovani, che sulla questione dimostra di avere le idee molto chiare: «La vera novità oggi è che insieme al primo grado, al secondo grado e al terzo grado c’è un nuovo grado di giudizio che è il tribunale del Movimento 5 Stelle».

«Sono lontanissimo dal Pd - premette Leoni -, siamo avversari però riconosco al Pd di avere una importante eredità e tradizione politica e sinceramente provo tenerezza per gli avversari del Partito democratico che da eredi di questa grande tradizione si ritrovano sottomessi a farsi vidimare i propri candidati da Giuseppe Conte. Penso che questo renda l’idea di quanto ormai la coalizione di sinistra, perché il centro non esiste, sia ostaggio delle folli idee giustizialiste del Movimento 5 Stelle che è passato dall’agitare le manette ad agitarle solo per gli avversari. I loro sono innocenti mentre l'avversario sono da colpire sfruttando l’arma giudiziaria. Peraltro tutte le ultime vicende politiche lo dimostrano: su Sala chiedono le dimissioni, sui candidati presidenti che gli fanno comodo non le chiedono. Ecco, caro Movimento 5 Stelle in una democrazia e un uno stato di diritto non funziona così: chi è colpevole e chi no lo decidono i tribunali, non voi».

Meno polemico è invece Maurizio Molinari, ex direttore di Repubblica, il cui ragionamento però arriva alle stesse conclusioni: i dem sono succubi degli alleati. Il Movimento «ha dato la sua benedizione a Ricci, la sfida aperta a Sala e i dubbi sollevati su Giani», riassume Molinari parlando di un Conte “grande protagonista”: «Usai temi della giustizia per affermarsi come leader del centrosinistra e trasformare il Pd in un’appendice della sua sfida alla leadership. È una sovrapposizione tra giustizia e politica che ritaglia per lui il ruolo che vuole con forza di leader del centrosinistra. Un bel grattacapo per Elly Schlein». Intanto in Calabria il governatore uscente Occhiuto, indagato, ha deciso di dimettersi per poi ricandidarsi: «È una scelta che profuma di politica - conclude Molinari - . La scelta è quella di voler mettere sul piatto la Calabria, una regione di centrodestra che potrebbe avere un impatto importante nella sfida tra centrodestra e centrosinistra».

Leoni contro il Movimento 5 Stelle, guarda qui il video di L'aria che tira su La7

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