"In Veneto la sinistra non c’è mai stata, dal dopoguerra. Non è una novità. C’è stata la Dc, e poi qualche figura emergente fra i socialisti: ma a Venezia, che ha una storia anomala rispetto al resto della Regione. In Regione ci sono stati momenti in cui il centrosinistra ha vinto, ma in una sostanziale continuità con il centrodestra". Massimo Cacciari, filosofo veneto, ha spiegato che la sinistra nella sua Regione non ha pressoché chance per sfilare il potere al centrodestra.
Ma la sinistra prova comunque a giocarsi le sue carte: il suo candidato per il post Luca Zaia è Giovanni Manildo, già sindaco di Treviso. "È uno che ha esperienza amministrativa, a Treviso è riuscito in un mezzo miracolo - ha sottolineato Massimo Cacciari nell'intervista rilasciata a Daniela Preziosi sul Domani -. Se gli altri scelgono un cavallo di Caligola può darsi che il centrosinistra questa volta si avvicini alla meta. Dipende da Venezia: se lì il centrosinistra fa il pieno, cosa che può essere dopo la sciagura Brugnaro, lì ci sono tanti voti".
Massimo Cacciari azzera la sinistra: "Poteva andare peggio"
Concluso l’accordo Usa-Ue sui dazi, Massimo Cacciari si dissocia da quanto sostenuto da Pd e compagni. Per il filo...Secondo Cacciari, la sinistra non può più contare su dirigenti del calibro di Berlinguer, Pajetta, Napolitano, Chiaromonte, Reichlin o Cossutta. "Oggi - ha specificato - le classi dirigenti non ci sono. C'è Conte, c’è Renzi. Renzi è un dessert. I piatti li faranno Conte e Schlein. Speriamo che si mettano d'accordo decentemente e dove la partita è giocabile se la giochino come si deve. È il minimo sindacale che si chiede. Ma almeno questo lo hanno capito. Mi sembra che abbiano smesso di cercare di vincere a tressette giocando con le regole dello scopone. Ma lasciamoci perdere: tanto in Italia - ha concluso - non conta più niente, né il centrosinistra né il centrodestra. Conta cosa fa Trump, cosa fa Putin, e Netanyahu.