Mariam Metwally, Silvia Sardone contro la pallavolista col velo: "Sottomissione"

di Lorenzo Cafarchiosabato 9 agosto 2025
Mariam Metwally, Silvia Sardone contro la pallavolista col velo: "Sottomissione"

3' di lettura

«Da quando ho iniziato a prendere la pallavolo sul serio, l’Italia è sempre stata il mio sogno. La serie A1 è uno dei campionati più competitivi al mondo, la seguo da anni. Farne parte è quasi surreale». A leggere, ieri, questa intervista sul Corriere della Sera potrebbe sembrare di trovarci davanti alla solita chiacchierata con lo sportivo di turno in cui la banalità è servita. Frasi di circostanza e tutti contenti giornalisti, atleti e lettori. E invece le parole della classe 1999 Mariam Metwally fanno discutere. Sì perché la pallavolista egiziana, appena sbarcata a Busto Arsizio, per giocare nel massimo campionato femminile di pallavolo ha una particolarità. Sarà la prima giocatrice a scendere in campo con il velo. Le sue parole. «Significa tanto. Indossare il velo fa parte della mia persona e sono fiera di portarlo anche in campo», dice la Metwally.

Anzi aggiunge fiera: «Spero che le persone capiscano che si può rimanere fedeli a sé stessi anche inseguendo grandi obiettivi. Dentro e fuori dal campo, mi piacerebbe mettere in luce il valore dell’unità nella diversità: essere diversi non è qualcosa da nascondere, ma da vivere con orgoglio. Voglio rappresentare fiducia, rispetto e inclusione».

Ovviamente le dichiarazioni e le parole non potevano che creare dibattito a livello politico. La prima a intervenire è stata l’eurodeputata e vicesegretario leghista Silvia Sardone. Già qualche settimana fa, negli studi de La Zanzara il programma radiofonico di Cruciani e Parenzo, aveva definito il velo «sacco della spazzatura».

Sul suo canale Instagram la milanese non ha lasciato spazio ai fraintendimenti come le è solito fare. «Nella squadra di pallavolo di Busto Arsizio arriva una nuova atleta egiziana che gioca usando il velo islamico. Non considero l’uso del velo in ambito sportivo un motivo di vanto o un segnale positivo di apertura ad altre culture». La Sardone però non finisce qui e rincara la dose. «Il velo islamico rappresenta un simbolo di sottomissione per le donne e in quanto tale non è sicuramente uno strumento di integrazione».

I commenti sotto al post seguono il ragionamento dell'esponente della Lega. Leggiamo. «Bisogna difendere l’Italia cristiana e bloccare l’invasione», oltre 400 like. «Fateglielo levare, se no va a giocare nel suo paese», superati i 250 mi piace. Il tutto mentre l’atleta si prepara a esordire in quel di Busto Arsizio nel massimo campionato nazionale. La Metwally è stata nominata tre volte miglior pallavolista del continente africano. Quindi l’attenzione verrà orientata tutta sul prossimo lunedì 6 ottobre quando, alla E -Work Arena, debutterà contro le campionesse in carica di Conegliano. La pallavolista ha inoltre aggiunto: «Se anche solo una giovane atleta guarda il mio percorso e pensa “potrei essere io”, allora è già una vittoria». Mentre in un’altra parte dell’intervista, in cui il Corsera ovviamente celebrava il globalismo della compagine lombarda, ha asserito: «Far parte di una squadra così eterogenea significa imparare qualcosa di nuovo ogni giorno, non solo nella pallavolo, ma anche nel modo in cui pensiamo, comunichiamo e ci supportiamo».

Perché alla fine la volontà, anche in questo caso, è quella di raccontare che il multiculturalismo a tutti i costi è bello. Intanto resta il caso della prima pallavolista con il velo tra servizi e schiacciate. Schiaccianti come le polemiche sollevate.