Ricordate quando il problema numero uno dell’Italia erano i bed and breakfast? Quando qualcuno raccontava che gli abitanti delle grandi città e delle principali mete turistiche rischiavano quasi l’esproprio delle loro case perché dei pericolosi speculatori volevano aprire nuove strutture ricettive per accogliere i turisti? Perla sinistra nostrana il nuovo nemico da sconfiggere a ogni costo era l’overtourism- inglesismo per indicare l’eccesso di turisti - salvando così lidi e borghi dai barbari vacanzieri. Ecco, cancellate tutto. Contrordine compagni. In vacanza, in realtà, non ci va nessuno. Il boom di turisti ce lo siamo immaginati, forse in preda a un colpo di calore collettivo (sai com’è, con questo surriscaldamento globale...). In realtà, ci spiegano i colonnelli della sinistra, gli alberghi sono vuoti, gli ombrelloni chiusi e, chissà, magari tra un po’ racconteranno anche che il mare è un po’ più sporco per colpa del centrodestra. «Le spiagge vuote sono la cartolina del governo Meloni», è lo slogan agostano di Elly Schlein, secondo cui «la verità sta venendo a galla e gli italiani hanno capito».
Ecco quindi che l’improvvisa scomparsa dei turisti diventa il pretesto per rilanciare la battaglia più importante (tanto da non averci pensato in dieci anni di governo, ndr) del Partito democratico: il salario minimo. «C’è, enorme, un problema di impoverimento del ceto medio, con i salari dei lavoratori troppi bassi. A fronte di un evidente caro prezzi delle strutture ricettive, stimato del 30% rispetto a 5 anni fa, c’è un calo dei salari reali che l’Ocse ci dice essere del 7,5% rispetto al ’21», è l’affondo del capogruppo dei senatori del Pd Francesco Boccia. Ma la battaglia sul tetto minimo in busta paga è ormai cavallo di battaglia anche del Movimento 5 Stelle. Sui social Giuseppe Conte ha ricordato che «esattamente due anni fa Meloni ci ha convocato a Palazzo Chigi per ascoltare la nostra proposta sul salario minimo legale». «Da allora misure per aumentare gli stipendi non si sono viste», lamenta il leader pentastellato, accusando: «Sanno solo dire no alle nostre proposte». Insomma, come evidenzia il capogruppo al Parlamento europeo di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza, «ogni occasione è buona per attaccare il governo Meloni, rilanciare cavalli di battaglia decotti come il salario minimo e additare i tanto odiati balneari come nemici di classe».
A rilanciare l’assalto al governo è il braccio sinistro della segretaria Schlein, Marco Furfaro: «Il mare delle vacanze popolari si svuota. Non per colpa del meteo, ma a causa dei salari da fame e dei prezzi da capogiro». A smentire la narrazione dell’opposizione è il deputato di Fdi Paolo Trancassini, spiegando come «nei primi mesi estivi l’Italia ha registrato tassi di saturazione tra i più alti del Mediterraneo, con prezzi più competitivi di Grecia e Spagna. Ma non è solo mare: crescono montagna, laghi, città d’arte e borghi, con ottime performance anche in località meno convenzionali». Ma, se le parole degli esponenti della maggioranza non dovessero bastare, a ridimensionare i presagi di sventura del campo largo ci hanno pensato anche gli operatori del settore. In tutto il Paese le prenotazioni fioccano ad agosto: «Registriamo presenze turistiche nella norma come la scorsa estate. Abbiamo già il sold out in moltissimi stabilimenti balneari per la giornata di Ferragosto», ha spiegato il presidente di Sib Confcommercio Tonino Capacchione. Nel riminese, la presidente degli albergatori Patrizia Rinaldis ha parlato di un «giugno andato benissimo», mentre riguardo il famigerato calo di luglio, i dati ancora non ci sono, «ma anche se ci fosse stato è un calo sopportabile dal punto di vista economico». Di sicuro, nonostante le ironie della sinistra sull’argomento, il maltempo ha inciso. «Ci sono stati circa 15 giorni di brutto tempo che ha colpito anche le nostre regioni di riferimento, Lombardia e Emilia-Romagna», è il pensiero della Rinaldis, ripreso anche dal presidente di Sib Toscana Federico Pieragnoli secondo cui «luglio è stato un disastro in tutta la Toscana a causa del maltempo che si è abbattuto soprattutto nei fine settimana». In Parlamento abbiamo già visto incolpare Meloni per il prosciugamento del fiume Adige, chissà se ora qualcuno l’accuserà di aver fatto la danza della pioggia per sabotare l’estate... Ecco, a proposito del leader dei Verdi Angelo Bonelli, è proprio lui a rilanciare la storica ossessione della sinistra nei confronti dei balneari. L’idea? Cacciare i gestori: «Abbiamo presentato una proposta di legge che dichiara le spiagge beni comuni inalienabili dello Stato, non alienabili né acquisibili per usucapione, concedibili solo nei casi previsti e per tempi limitati, senza proroghe. La legge prevede che almeno il 70% di ogni arenile balneabile resti di libero e gratuito utilizzo». Salario di Stato, spiaggia di Stato... Fra un po’Elly e compagni pretenderanno di gestire anche gli alberghi.